Zelensky ai leader ebraici Usa
“Russia, aggressione nazista”
“L’attacco russo sta colpendo i cittadini ucraini di ogni identità. Un comportamento nazista, non posso qualificarlo in modo diverso”.
Così il presidente ucraino Zelensky in una conversazione con i leader dell’ebraismo americano. Per Zelensky, che più volte ha fatto riferimento alla propria identità ebraica, tutto questo sarebbe già accaduto. E proprio al tempo della seconda guerra mondiale, “quando l’esercito tedesco ha attraversato l’Europa e tutti hanno abbandonato il popolo ebraico al suo destino”. I russi, la sua accusa, “prendono di mira le città, bloccano tutte le strade e non lasciano le persone uscire: anche quelle che vorrebbero semplicemente scappare. Non lasciano inoltre “che all’interno di queste città entrino cibo e acqua; disconnettono internet, la tv, l’elettricità: questo modo di fare è nazista”.
Zelensky ha evidenziato come l’attacco compiuto da Mosca non abbia risparmiato luoghi come Babyn Yar, dove decine di migliaia di ebrei ucraini furono trucidati in poche ore da nazisti e collaborazionisti locali, e la città di Uman meta di un importante pellegrinaggio chassidico. Durante la conversazione Oksana Markarova, ambasciatrice d’Ucraina negli Usa, ha evocato la figura “ponte” di Golda Meir. La prima donna primo ministro d’Israele era nata infatti a Kiev. “Sarebbe bello averla con noi” ha detto Markarova. “Penso che ci sarebbe d’aiuto in questa battaglia”.
Per Zelensky, che ha rivolto un ulteriore appello all’unità, “è necessario che il mondo di svegli” e reagisca in modo compatto per evitare quello che ha definito un potenziale “sterminio”.