“Catalogazione del patrimonio ebraico,
una rete nazionale che crea valore”

Quello della catalogazione del patrimonio culturale ebraico in Italia non è solo un progetto affascinante e complesso. Ma un’iniziativa che risalta nella sua assoluta irrinunciabilità “perché premessa indispensabile per qualunque intervento si voglia svolgere nell’ambito della ricerca e valorizzazione” di tale patrimonio.
Così il presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni nell’aprire un incontro dedicato al nascente portale patrimonio.beniculturaliebraici.it. In rete già oggi un vasto numero di schede collegate ai segni di una presenza bimillenaria caratterizzata da “insediamenti archeologici, catacombe, sinagoghe, quartieri urbani, memorie funebri, archivi, biblioteche, musei, manoscritti miniati, manufatti artistici”.
Il primo risultato di un percorso avviato nel 2016 con il duplice obiettivo di aggiornare “scientificamente e fotograficamente” le schede compilate negli anni ’80 nell’ambito del piano di lavoro Ars-Presenza Ebraica in Italia, ma anche di inventariare ex novo “il materiale conservato presso le singole Comunità e i cimiteri ebraici non ancora censito”. A permettere questo traguardo la convenzione stipulata nel 2015 con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) e il lavoro svolto, in più regioni, da un gruppo di giovani catalogatori. “Una impresa gigantesca” le parole del presidente Disegni nell’esprimere il proprio apprezzamento verso tutti coloro che hanno preso parte a questo sforzo, raccordandosi “sotto la guida sapiente” della Consigliera FBCEI Andreina Draghi.
“Dal 2016 ad oggi i passi avanti sono stati molti” ha evidenziato Carlo Birrozzi, direttore dello ICCD. A riconoscerlo anche i fruitori stessi del sito, con una presenza media piuttosto significativa. “Si fermano, sfogliano il catalogo, approfondiscono le ricerche” ha detto Birrozzi, soffermandosi anche su alcune recenti introduzioni che possono fare la differenza. Come, freschissima di inserimento, l’area dedicata al censimento dei cimiteri ebraici dell’Emilia Romagna. “Un enorme ampliamento di possibilità, sia di dati che di informazioni”, il suo pensiero. A seguire, a tracciare il cammino che ci ha portati dagli anni ’80 ad oggi, è stata la responsabile del progetto. “Siamo all’inizio, ma un inizio importante. Siamo già in grado, infatti, di delineare la differente politica conservativa tra regione e regione”, ha spiegato Draghi. Un percorso allo stato embrionale “ma che già ci consente di constatare la rilevanza del patrimonio ebraico” in una prospettiva non solo nazionale, ma anche internazionale. Da qui la proposta di tradurre in inglese “quanto fatto e quanto ancora si farà”. La parola, quindi, a due rappresentanti del comitato scientifico: Dora Liscia e Mauro Perani. La prima ha sottolineato le tante sfide in sede di catalogazione, anche in ragione di “lessici che variano di comunità in comunità”; e di comunità “che non hanno talvolta completato la schedatura” o che comunque hanno adottato forme diverse l’una dall’altra. Secondo Perani parliamo di un patrimonio che, nel suo insieme, “ha arricchito il mondo”. Non tutto sarà quindi schedabile. Ma ciò non deve dispiacerci, la sua lettura, perché la non irrilevante dispersione del passato, in particolare negli Usa, è stata salvifica nel tutelare tali beni “dai roghi nazifascisti”. Ad addentrarsi nei “rapporti operativi con lo ICCD” e nel “processo di recupero delle catalogazioni precedenti” è stata Ada Gabucci, referente dell’istituto per questo progetto. Mentre Stefano Frache, amministratore delegato di Dynamix Italia, ha illustrato la filosofia del sito e il suo target vario, “composto non necessariamente da specialisti”. A concludere l’evento un video che ha avuto come protagonisti i catalogatori: Silvia Di Giovanna (Sicilia); Baruch Lampronti (Piemonte); Elsa Laurenzi (Lazio); Aura Racioppi (Puglia); Liora Reif (Toscana); Antonio Spagnuolo (Veneto e Friuli Venezia Giulia); Roberta Tonnarelli (Emilia Romagna). Moderato dal componente della Giunta FBCEI Giorgio Segrè, l’incontro ha visto infine alcuni interventi dal pubblico collegato. Tra gli altri quello del vicepresidente UCEI Giulio Disegni, che ha ragguagliato i partecipanti sul dialogo aperto con le istituzioni siciliane in merito alla trasformazione in sinagoga dell’Oratorio di Santa Maria del Sabato di Palermo.