Tolosa e Bataclan, ferite di Francia
Un filo conduttore contro l’odio

Esattamente dieci anni fa gli attacchi terroristici di Tolosa e Montauban costrinsero la Francia a guardare in faccia un problema non nuovo ma con il quale ci si era forse illusi di non dovere fare i conti. Quel primo scatto di consapevolezza purtroppo non sarà sufficiente, vista la scia di sangue che da allora ha attraversato il Paese nel nome dell’estremismo islamico. I nomi sono tristemente noti, delle organizzazioni coinvolte così come dei luoghi presi di mira: istituzioni ebraiche, redazione di giornali, spazi di aggregazione. Uno di questi, il Bataclan, dove restò uccisa anche l’Italiana Valeria Solesin, ospiterà a breve un incontro non convenzionale. Un dialogo tra ferite e memorie diverse ma che hanno finito inevitabilmente per intrecciarsi. Ad organizzarlo il Crif, il Conseil Représentatif des Institutions Juives de France.
Lunedì 21 marzo sul palco del teatro parigino ci saranno infatti due ex inquilini dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy et François Hollande, chiamati a interagire su antisemitismo e derive di un certo islamismo. L’evento chiuderà una due giorni di testimonianze che prenderà avvio da Tolosa e dal ricordo dell’attacco lì compiuto, nel marzo del 2012, contro la scuola ebraica Ozar Hatorah. Tra i partecipanti annunciati Emmanuel Macron e Isaac Herzog, gli attuali presidenti di Francia e Israele, insieme a vari ex Primi ministri e ai sindaci delle principali città colpite dal terrorismo. Si ricorderanno le quattro vittime: il rabbino Jonathan Sandler, i suoi due figli Gabriel e Aryeh e la piccola Myriam Monsonégo. E partendo dai loro nomi si ribadirà la necessità di un’azione forte di contrasto, in compagnia anche di una delegazione di imam che hanno fatto di questo impegno una ragione di vita.
Appartiene a questa schiera uno dei simboli della lotta al radicalismo interna all’Islam, l’imam della moschea di Drancy Hassen Chalghoumi (che è anche il presidente della conferenza degli imam di Francia). È di oggi l’uscita del suo libro “Libérons l’islam de l’islamisme”. Un nuovo pugno in faccia ai fautori dell’estremismo che imperversa nei “territori perduti della Repubblica”, come da definizione di Georges Bensoussan. A sferrarlo un leader religioso che si dice fiero di essere “un avversario inesorabile” dell’antisemitismo. Un vero e proprio atto di coraggio nella Francia di oggi. Pagato, non a caso, con una esistenza sotto scorta.