Ricostruzione di un’anima
Nel suo ultimo libro “Ricostruzione di un’anima” Elia Boccara prosegue nel filone aperto in passato in altri testi e studi, seguendo il pensiero filosofico di Baruch Spinoza e la ricerca della scrittrice George Eliot, studiosa dei multiformi aspetti dell’ebraismo e precoce annunciatrice di un’imminente rinascita dello Stato ebraico. Ne pubblichiamo di seguito un estratto:
1967, i giorni dell’angoscia
Se volete un piccolo intermezzo comico della mia vita d’insegnante vi racconterò un episodio svoltosi durante un compito in classe. Ero implacabile durante quelle prove: ci tenevo ad avere degli elaborati che fossero il frutto del lavoro autentico di ogni alunno. Mi mettevo spesso in fondo alla classe, quindi alle spalle degli alunni. Il che non vuol dire che qualche volta non me l’abbiano fatta in barba. Quella volta, invece, uno dei ragazzi, che faceva fatica, era ricorso a un trucco che, benché nuovo per me, avevo indovinato: si trattava del “prestito del vocabolario”. Ecco: un alunno di un’altra classe, bravo in francese, entrava chiedendo se qualcuno gli poteva prestare un vocabolario di latino. Subito il mio alunno gli consegnava quel vocabolario (nel quale aveva inserito un foglio con la sua brutta copia del compito). L’alunno della classe accanto tornava poco dopo per restituire il vocabolario, con dentro il compito corretto. Avendo io mangiato la foglia, invece di svergognarlo immediatamente dinanzi a tutta la classe, rimasi impassibile e mi collocai alle sue spalle, senza muovermi fino alla fine dell’ora. Il povero ragazzo aspettava con ansia che io mi muovessi per poter estrarre il foglietto dal vocabolario, ma inutilmente, per cui mi consegnò un compito infarcito dei soliti errori. Soltanto allora gli chiesi: «Fammi vedere un attimo il tuo vocabolario di latino». Rassegnato, dovette eseguire. Fu allora che estrassi il foglio incriminato, chiedendogli ipocritamente: «E questo cos’è?».
Non potrò però dimenticare gli ultimi giorni di scuola a Viterbo nel mese di giugno 1967, in cui provai momenti di grande angoscia. Erano i giorni in cui Nasser aveva concentrato le sue truppe nella penisola del Sinai e minacciava di distruggere Israele, mentre a nord la Siria si preparava anch’essa a intervenire, mentre la Giordania aveva firmato con l’Egitto un patto di mutua assistenza in caso di guerra. Israele era minacciato da tre punti cardinali e confesso che temetti un nuovo Olocausto. Vedevo regolarmente i telegiornali di RAI 1, i quali mi erano insolitamente familiari perché diretti da Arrigo Levi, il quale in passato, nel 1948, era accorso in Israele come volontario per combattere quando Israele fu attaccata contemporaneamente da cinque Stati arabi, la cui vittoria avrebbe significato la fine dello Stato ebraico. La sera al telegiornale vidi i prigionieri egiziani catturati dagli israeliani, i quali avevano ormai conquistato tutto il Sinai ed erano giunti al Mar Rosso, intenti ora a far fronte all’attacco dei siriani, che pensavano di avere il campo libero. I giorni si susseguirono suggellando in soli sei giorni una vittoria riportata su tre diversi fronti, con tutta Gerusalemme finalmente liberata: quella Gerusalemme antica che la risoluzione dell’ONU aveva deciso di internazionalizzare e che, invece, nel 1949 era rimasta in mano giordana, senza che ci si sognasse di procedere alla prevista internazionalizzazione. E neanche nella Cisgiordania rimasta in mano araba nel 1949 era stato proclamato il previsto Stato palestinese: la cosiddetta Palestina era diventata in realtà una provincia della Giordania. Non aveva quindi senso dire che Israele avesse occupato uno Stato palestinese, mai proclamato: si trattava soltanto di una parte della Giordania. Partii per Milano appena terminati gli scrutini e tornai a Viterbo soltanto per gli esami di settembre, in quanto avevo ormai ottenuto l’incarico al liceo scientifico di Busto Arsizio, a mezz’ora di macchina da Milano.
Elia Boccara, Ricostruzione di un’anima, ed. Giuntina
(Tra le opere precedenti dell’autore: Il peso della memoria. Una lettura ebraica del Nuovo Testamento; In fuga dall’Inquisizione; L’invenzione marrana; Un ebreo livornese a Tunisi; Sionisti cristiani in Europa; George Elliot e la nascita dello Stato ebraico)