Enrica Jona, un esempio di coraggio
Asti le dedica una via

“Avevo visto donne buttarsi a terra per non più rialzarsi, altre, persi o rotti gli zoccoli, fasciarsi i piedi con pezze e trascinarsi ancora con una straordinaria forza di volontà.
Quelle che non avevano potuto continuare la “marcia della morte” (come l’aveva definita una signora che era con me e che già dopo la prima tappa non aveva più proseguito) venivano finite dai soldati della retroguardia.
Avevo creduto di avere un sollievo alla stanchezza salendo in treno; rimpiansi invece la marcia a piedi”. Nel febbraio del 1946 Enrica Jona, tornata nella sua Asti, affida al giornale locale Il Cittadino la propria testimonianza di sopravvissuta alla Shoah. Mette nero su bianco la drammatica esperienza di deportata ad Auschwitz. Racconta e ricorda, quando ancora poche sono le voci a farlo. E ha continuato per tutta la sua vita a testimoniare, come hanno ricordato le autorità intervenute ad Asti per renderle omaggio. Un tributo concreto con la decisione dell’amministrazione comunale, su proposta della locale associazione Italia Israele, di dedicarle una via. “È stato un evento partecipato, con la significativa presenza del sindaco Maurizio Rasero e di altre autorità”, sottolinea Guido Anau Montel, delegato della Comunità ebraica di Torino per la sezione di Asti e tra gli intervenuti alla cerimonia. A prendere la parola, anche il presidente dell’Associazione locale Italia Israele Luigi Florio che in diverse occasioni ha ricordato come Jona “dedicò la propria vita alla formazione dei giovani e a tramandare, senza odio ma con forte senso di monito, la memoria delle atrocità poste in essere dai nazifascisti nei confronti del popolo ebraico”.