Italia ebraica, una storia
di note e melodie

La straordinaria ricchezza delle tradizioni musicali ebraiche italiane è nota da tempo: le melodie che le diverse comunità si tramandano di generazione in generazione compongono un mosaico che è un vero patrimonio, riconosciuto dagli studiosi in ambito internazionale. Per non rischiare che una simile ricchezza si disperda è da poche ore online il Thesaurus di Musica Ebraica Italiana, frutto di un progetto che unisce diversi archivi e che raccoglie il lavoro di ricercatori che da poco meno di un secolo si impegnano a raccogliere materiali preziosi. Dai rulli di cera su cui Leo Levi registrava nel primo dopoguerra al lavoro di digitalizzazione che si sta facendo ora il percorso è netto e la scelta chiara: è necessario unire le forze per preservare un repertorio che sopravvive a volte a fatica, salvato solo da alcune antiche registrazioni, a volte invece si inserisce in una tradizione liturgica viva e fiorente che viene tuttora tramandata nelle comunità.
Frutto della collaborazione tra varie istituzioni italiane e internazionali, il Thesaurus è un progetto del Centro Leo Levi che è stato reso possibile da un insieme di finanziamenti pubblici (Regione Toscana) e da alcune donazioni private. Dopo una introduzione di Enrico Fink, coordinatore del progetto e presidente della Comunità ebraica di Firenze, il pomeriggio è stato un continuo alternarsi di relazioni degli studiosi ed esempi di melodie tradizionali, a partire da quelle registrate da Leo Levi il cui figlio, rav Joseph Levi, ha ricordato come il progetto riprenda alcune idee che già erano fondanti per suo padre.
La conservazione metodica ed eseguita con criteri scientifici di tutti i pezzi e i ricordi della musica ebraica italiana – intesa in senso anche molto allargato, comprendendo anche le tradizioni mediterranee – deve essere utile sia per mettere i materiali a disposizione della ricerca scientifica che per preparare le nuove generazioni della hazanut italiana che portino avanti le tradizioni e possano a loro volta insegnare ai più giovani.
Gli interventi di Francesco Spagnolo, docente della University of California e curatore della Magnes Collection of Jewish Art and Life e di Edwin Seroussi, docente di Musicologia e direttore del Centro di ricerca sulla Musica ebraica dell’Università Ebraica di Gerusalemme hanno dato un quadro delle ricerche e del lavoro che da anni è dedicato a riportare in vita le tradizioni sinagogali italiane, mentre Piergabriele Mancuso, insieme a Fink, hanno guidato chi seguiva il convegno in una visita virtuale dell’archivio, che è e vuole essere un primo passo, base per le ricerche future, oltre a memoria del patrimonio straordinario di una minoranza millenaria.

a.t.