L’ultimo mohicano

Aleksandr Dugin è di moda, viene considerato uno degli ispiratori della c.d. operazione Ucraina, si richiama a Martin Heidegger e cita sia Julius Evola che l’Italia tutta, che dimostra di conoscere.
Non sarà il primo ideologo che ha superato l’esame di Stato per diventare guru: ne siamo pieni anche noi ed è gente che si distingue perché, non riuscendo a capirli, molti abboccano al loro fascino. Sarà lui il responsabile del cambiamento del Presidente Vladimir Putin? Quest’ultimo, quando sostiene di voler denazificare l’Ucraina, è al corrente degli autori preferiti di Dugin? Per essere più precisi, Dugin sostiene che alla luce dell’influenza esercitata da Heidegger sul pensiero occidentale, si è rimosso il suo rapporto col nazismo, fatto riemergere soltanto da personaggi minori. Fin qui, nulla quaestio o pressoché. Tuttavia, citare Evola (“la mia biografia è la mia bibliografia”) in un’intervista del 2020 non è rassicurante, il quale Evola spiegava che la “costante essenzialità disgregatrice e dissolvitrice dei valori dell’uomo ario, che, spesso anche senza chiara coscienza o precisa intenzione, è insita in tante creazioni tipiche dell’ebraismo”.
Chi spiegò la fine dell’ideologia (da noi, Lucio Colletti, nel mondo, Daniel Bell, un ebreo americano che si chiamava Bolotsky) non ha fatto i conti col pensiero panrusso, insidioso in quanto impalpabile e, quindi, indefinibile. Anche perché, a quella stregua, tutti gli ex Imperi potrebbero avanzare delle rivendicazioni e, alla luce dell’art. 51 della Costituzione, laddove si riferisce agli italiani non appartenenti alla Repubblica, anche noi potremmo farci un pensierino. Nel frattempo e dopo i noti eventi – segnalano The Guardian e Le Monde – nei sovranisti è intervenuto il “Kronstadt moment”. Sarà più tranquillo dell’originale?
Putin aveva avuto diversi gesti di grande umanità, per esempio, aveva comperato una casa in Israele a Yuditskaya Berliner, sua vecchia professoressa di tedesco; da ultimo, ha pure mandato le sue condoglianze a Israele per il terribile attentato di Beersheva del 22 marzo scorso. Noi diciamo ai giovani di leggere, quando sarebbe stato meglio limitarsi a vedere Friends: non sarebbe stato preferibile se il Presidente russo avesse pensato soltanto, per dire, allo sport, anziché soffermarsi sugli oltre sessanta libri di Dugin? In quel caso, saremmo tutti tranquilli a discorrere d’altro. Anche ora, riavvolgendo il nastro dell’invasione dell’Ucraina con un accordo di pace, non resusciteremo i morti né guariremo i feriti, ma quanto meno ne eviteremo degli altri, e non solo nell’attuale teatro di guerra.
Le teorie bizzarre di Dugin potrebbero essere accostate a quelle di qualche genio che circola per la TV a sostenere ciò che Masha Gessen definisce cavolate (eufemismo); peccato che questi shenanigans consentano di acquisire risultati strabilianti. In Italia dovremmo saperne qualcosa, ammesso che si trovi del tempo libero fra un’indignazione e l’altra.
In tesi, questi personaggi dovrebbero essere gente pacifica, che si limita a sparare sciocchezze, anche se poi qualche sprovveduto le sostituisce con proiettili di varia natura, i quali invariabilmente fanno male alla salute. Quando Dugin rivela, in un’ulteriore intervista di odiare il liberalismo, mi ricorda una bellissima rubrica de “Il Male” intitolata “Chi se ne frega”. Dugin dice di essere demonizzato, ma sarebbe peggio (per lui) se fosse ignorato. Parla benissimo italiano, nel quale inserisce parecchie parole spagnole.
Nel testo di questa rubrica inviato a PE avevo scritto “scommettiamo che fra poco lo vedremo in qualche talk show nostrano, a discutere con gli altri esseri paranormali che li frequentano?”, ma non aspettavo che ciò avvenisse così rapidamente, e ho dovuto aggiornarlo: qui le ipotesi e la realtà si avvicendano velocemente.
Le fortune di Dugin sono direttamente proporzionali alla crescita esponenziale del numero di coloro che stanno appresso a tutto: guardate che fine si fa, iniziano dalla filosofia, ma finiranno per farsi giudicare al Grande Fratello VIP.

Emanuele Calò, giurista

(29 marzo 2022)