Il terrorismo uccide ancora

Dopo gli attacchi di Beer Sheva e Hadera, il terrorismo islamico contro Israele colpisce anche Bnei Brak e Ramat Gan. Cinque le vittime provocate dall’agguato mortale teso da un terrorista palestinese residente in Cisgiordania, forse coadiuvato da alcuni complici. Si è sparato nel mucchio, spiega il Corriere: “Sui pedoni, alle auto, ai tanti israeliani che usano le biciclette elettriche; ne hanno ammazzati cinque: uno di loro è un poliziotto, che è riuscito a uccidere il killer”. I morti negli ultimi giorni sono undici. Nell’arco temporale di una settimana “il numero più alto per attentati dal 2006”. Uno scenario purtroppo temuto. Già da diverso tempo, sottolinea infatti Repubblica, “le autorità israeliane lavoravano per impedire il riesplodere della violenza, incoraggiata da gruppi terroristici palestinesi come Hamas e la Jihad Islamica”. L’attentato, riporta La Stampa, “vede coinvolti sospetti militanti di Al-Fatah, il movimento fondato da Yasser Arafat che con l’attuale presidente Abu Mazen aveva scelto la strada della trattativa”. Per Bennett questo sarebbe “un segnale persino più inquietante della possibile infiltrazione dello Stato islamico”. Segnala Il Messaggero che appena la notizia si è diffusa “scene di festa da parte delle organizzazioni terroristiche islamiche” si sono registrate all’interno della Striscia di Gaza.

Spiragli di tregua dal negoziato di Istanbul dedicato alla crisi ucraina. “Come in un dramma pirandelliano, dal turco Erdogan all’israeliano Bennett, dal francese Macron all oligarca russo Abramovich, sono in molti ad aver cercato e avuto un ruolo da mediatori”, l’analisi del Corriere. A conferma, si aggiunge, “che quella che si consuma tra Kiev e il Mar Nero è una vera crisi globale che nessuno può permettersi”. Tra gli Stati garanti della neutralità Kiev ha già indicato Israele. Ma, si legge, “anche Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia potrebbero essere coinvolte”. Una lista che è comunque “oggetto di negoziato” (Il Fatto Quotidiano, tra gli altri).
Per Erdogan una vittoria diplomatica non irrilevante. “Un dittatore che reimpone l’Islam al suo Paese in modo sempre più aggressivo e se ne fa colonna nel mondo”, la sintesi del Giornale. A tal proposito si menzionano “la sua foga contro gli Accordi di Abramo e alcuni paesi sunniti, la presenza militare ormai diffusa, l’odio antisemita per Israele”. Ad oscurarne parzialmente la ribalta è stato però Abramovich. “Nessuno lo ha visto arrivare, nessuno lo ha visto andar via, ma lui c’era e questo piccolo grande passo avanti negoziale ha il suo tocco”, scrive Repubblica.

Il Foglio racconta l’impegno di Israele al fianco dei profughi ucraini. Un flusso caratterizzato da migliaia di persone che per due terzi non hanno radici ebraiche e che vede il governo impegnato “a bilanciare il suo desiderio storico di aiutare le persone in fuga dalla guerra con la sua responsabilità di essere il paese-rifugio per gli ebrei”. Secondo Il Foglio l’imponente migrazione già parzialmente dispiegatasi “ha scosso Israele, che ha una popolazione di 9,3 milioni e una Legge del ritorno che consente l’immigrazione e la naturalizzazione soltanto a chi è ebreo”. A prevalere è stata comunque la voglia di dare una mano.

Verso il via libera la grande impresa di Poseidon, il gasdotto che da Israele arriverà fino alla Puglia. Determinante la volontà di affrancarsi il più possibile da Mosca. “La macchina per il nuovo gasdotto si è rimessa in moto. Con meccanismi, in realtà, soltanto da oliare perché già nel 2017 l’allora ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda firmò l’accordo per il gas con Israele, Grecia e Cipro”, ricorda il Corriere.

Secondo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, nel 2021 le autorità israeliane avrebbero “continuato a violare tutta una serie di diritti dei palestinesi dei Territori occupati” (Domani). A febbraio Israele aveva accusato la ong di diffondere “tesi antisemite”.

“Non partecipare al voto di una mozione pro Israele e contro il terrorismo. È riuscita a fare perfino questo la sinistra lombarda”. Così Il Giornale Milano nell’attaccare la scelta del Pd, che non ha aderito a una iniziativa presentata in Consiglio regionale da un esponente della Lega.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(30 marzo 2022)