Un criminale da processare
L’orrore di Bucha continua a tormentare l’Europa e il mondo occidentale. Una nuova Srebrenica, a detta di vari osservatori.
“I russi hanno sparato a tutto ciò che si muoveva: passanti, persone in bicicletta, alle auto con la scritta ‘bambini’. Bucha è la vendetta dei russi alla resistenza ucraina” afferma il sindaco Anatoly Fedoruk, intervistato dal Corriere. Intere parti della città, racconta, sono state trasformate “in un campo di concentramento: le persone sono state chiuse negli scantinati per settimane, senza acqua e cibo”. Chi usciva a cercarne, spiega, “veniva ucciso”.
Un processo per crimini di guerra contro Vladimir Putin: la richiesta arriva dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. In questa direzione anche l’impegno dell’Unione Europea che, come annunciato ieri da Ursula von der Leyen, “è pronta a inviare squadre investigative sul campo”.
“La prova che Putin avesse programmato stermini feroci in Ucraina emerge da un documento ufficiale del ministero dell’Industria datato 13 settembre 2021”, sottolinea Repubblica. In un disegno, si legge, “si vede un trattore che scava una buca enorme e la copre con una sostanza chimica: quando la buca è piena di sacchi di cadaveri, il trattore li nasconde sotto a uno spesso strato di terra”. Nell’ultimo disegno infine “il trattore passa sopra alla fossa comune, schiacciando ben bene i cadaveri e irrorandoli nuovamente con una sostanza liquida”.
C’è chi, davanti ai fatti di Bucha, ha evocato la Shoah. Vari quotidiani riportano in merito la posizione di Efraim Zuroff, il presidente del Centro Wiesenthal: “Le immagini di Bucha fanno star male, sono crimini di guerra, ma il paragone con la Shoah è fuori luogo. L’Ucraina non si avvicina ad un Olocausto e le auguro che non ci si avvicini mai”. Dolorosa l’immagine di 15 soldatesse di Kiev, liberate nell’ambito di uno scambio tra prigionieri, cui è stata rasata la testa. “Come alle donne ebree dei campi di concentramento” l’accusa del presidente della Commissione diritti umani del Parlamento ucraino, di cui il Corriere tra gli altri riporta le parole.
Imbarazzante la richiesta dell’Anpi di una commissione d’inchiesta dell’Onu su Bucha “formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili”. Per Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma di cui La Stampa riporta la reazione, “è ormai una consuetudine quella dell’Anpi di confondere aggressori e aggrediti”.
Sulla Stampa una testimonianza di Edith Bruck sulla nuova vittoria di Orban nella sua Ungheria: “Non mi stupisce il suo trionfo anche se mi consolano quelle minoranza unite che lo hanno sfidato. Purtroppo la maggior parte della popolazione è molto nazionalista, ma per fortuna si intravede un po’ di opposizione”.
“Un provvedimento inevitabile, di cui in un Paese europeo moderno, dove si alternano la destra liberale e la sinistra riformista, non si dovrebbe neppure discutere”. Così Aldo Cazzullo, rispondendo a un lettore del Corriere, sulla recente rimozione del nome di Italo Balbo da un aereo della flotta di Stato.
“In Francia riemerge lo spettro di un nuovo agghiacciante atto di natura antisemita”, scrive Il Messaggero. Il riferimento è alla morte di Jeremy Cohen, un giovane ebreo parigino travolto dal tram mentre cercava di sfuggire all’aggressione di una banda.
Al via a Bergamo il processo per le minacce neonaziste contro il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi. “L’unico cronista europeo ad essere tutelato dalla scorta dei carabinieri per le minacce nere”, ricorda il quotidiano. Nella Capitale intanto Casa Pound è ufficialmente sotto sgombero. “Stavolta non per mera propaganda politica, come era stato sul finire dell’era Raggi, ma per motivi di sicurezza e ordine pubblico”, evidenzia Repubblica.
Arriva nelle librerie Stalingrado di Vasilij Grossman, l’autore di Vita e destino. Per Il Foglio “un capolavoro da contestualizzare”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(5 aprile 2022)