La conferenza in Gregoriana
“Israele, un’alleanza irrevocabile”

“È giusto che si critichi Israele se vi sono ragioni fondate per farlo. Ma niente, nessun avvenimento, potrà recidere quel legame d’alleanza che lega il popolo ebraico a Dio e che si basa, inestricabilmente, anche sulla terra. Anche nei fallimenti del popolo c’è infatti testimonianza della fedeltà divina, della pazienza, dell’amore”. Così il rav David Rosen, esponente dell’American Jewish Committee, durante una conferenza sul tema “Prospettive cattoliche ed ebraiche sulla Promessa della Terra e il suo significato contemporaneo” organizzata dal Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana e dall’Istituto Tomista della Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino.
Il secondo di due appuntamenti pensati per gettare “uno sguardo prospettico sui prossimi passi delle relazioni ebraico-cristiane” in ragione anche di alcuni recenti accadimenti che hanno lasciato il segno. Come, tra gli altri, il documento elaborato dal rabbinato ortodosso in materia di rapporti con la Chiesa nel cinquantesimo anniversario dalla dichiarazione Nostra Aetate. “Nonostante le inconciliabili differenze teologiche, noi ebrei consideriamo i cattolici come nostri partner, come stretti alleati, amici, fratelli nella comune ricerca di un mondo migliore che sia benedetto dalla pace, dalla giustizia sociale e dalla sicurezza”, vi si affermava.
Un legame, quello tra ebrei e cristiani, che per rav Rosen non può prescindere da una piena consapevolezza, anche all’interno della Chiesa cattolica, “del significato religioso che vi è in quel rapporto tra popolo e terra”. Al riguardo ha ricordato un suo colloquio del ’93 con papa Giovanni Paolo II ad Assisi, in compagnia di Lisa Palmieri Billig rappresentante Ajc in Italia e presso la Santa Sede. Un messaggio, quello di Wojtyla, che resta una pietra miliare del dialogo. “Voi – ci disse – siete il popolo dell’Alleanza originaria: mai abrogata, mai da abrogare'”.