5 aprile 1944, Mantova ricorda

Forte coinvolgimento delle scuole locali nelle iniziative organizzate a Mantova nell’anniversario della deportazione di 42 cittadini ebrei ad Auschwitz avvenuta il 5 aprile 1944. La più anziana, Vittoria Foà, aveva 83 anni. La più giovane, Luisa Levi, 14.
Un impegno che ha toccato vari luoghi della città: il binario 1 della stazione ferroviaria da cui quel convoglio di morte partì, la Loggia del Grano, la sinagoga. Ultima sosta, dopo l’omaggio alle pietre d’inciampo collocate in ricordo delle vittime, una installazione in memoria della Shoah realizzata all’interno dell’Istituto Carlo d’Arco-Isabella d’Este.
Insieme alle scuole, ad accompagnarle in questo percorso, alcuni interventi volti a illustrare cosa avvenne allora e l’importanza oggi di non dimenticare. Tra gli altri quello del presidente del Consiglio comunale Massimo Allegretti, del presidente della Comunità ebraica Emanuele Colorni, della docente del conservatorio Campiani Giovanna Maresta che di questo itinerario è stata una delle ideatrici. Dal professor Andrea Ranzato, co-ideatore dell’iniziativa, è arrivata una proposta: rendere il 5 aprile una Giornata di riflessione cittadina ancora più intensa al pari di quanto avviene altrove per altri anniversari (tra gli esempi fatti quello del 16 ottobre romano).
Opera di docenti e studenti, l’installazione dell’istituto d’Arco-d’Este è suddivisa in due sezioni: la prima dedicata agli effetti delle leggi razziste del ’38, la seconda incentrata sulla persecuzione delle vite a partire dall’autunno del ’43 (i deportati mantovani furono in tutto 104). Ad offrire un contributo all’organizzazione dell’itinerario anche l’Istituto Franchetti, rappresentato dal suo presidente Aldo Norsa, oltre a Sucar Drom e alI’Istituto di Storia moderna e contemporanea.