Crisi climatica, responsabilità comune
L’etica della responsabilità unisce laici e religiosi. E di fronte al destino del mondo, tra crisi climatica, guerre e pandemia, tutti sono chiamati ad agire in modo responsabile e collaborare per la sua salvaguardia. A ricordarlo, i diversi interventi della due giorni di convegno “Salute e cura della persona e dell’ambiente per un’ecologia integrale”, organizzata a Palazzo Reale a Milano dal comitato “Insieme per prenderci cura”. Un’occasione di confronto tra esponenti delle diverse religioni, giuristi, medici e operatori sanitari, con al centro il tema della cura dell’ambiente e della salute. Nell’appuntamento conclusivo, a dare voce alle posizioni del mondo ebraico è stato Giorgio Mortara, già vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e membro dell’Associazione medica ebraica. Mortara ha ricordato come la salvaguardia del mondo e la lotta contro la crisi ambientale sia stata, nei giorni della COP 26, oggetto di una lettera di ventuno rabbini israeliani. “In questa lettera si evidenzia come la crisi climatica ha un’influenza drammatica sulla vita dell’umanità, con fame, sete e migrazioni”, ha spiegato Mortara, richiamando poi il tema centrale della missiva: il pikuach nefesh, il pericolo di vita. Così infatti i ventuno rabbini hanno definito la crisi ambientale. “Un pericolo che richiama la piena assunzione di responsabilità di tutti nel contrastarlo”.