“Se so’ fatti ricchi in sogno”
Ridere (e riflettere)
in giudaico-romanesco

Dalla sua istituzione ad oggi la cifra della compagnia “Quasi stabile” fondata da Alberto Pavoncello è sempre stata quella, tra risate mai banali, di far riflettere su temi d’attualità anche piuttosto delicati e complessi (tra gli altri l’uso corretto delle parole e la piaga del bullismo).
“Anche stavolta l’obiettivo era quello di stimolare pensieri, di portare il pubblico a confronto con qualcosa di molto vero e concreto. Una leggerezza generale che ci è d’aiuto per affrontare questioni anche spinose” spiega Pavoncello, la cui meritoria azione per la salvaguardia di quel grande patrimonio culturale e linguistico che è il giudaico-romanesco gli è valso, tra i vari riconoscimenti, anche il Premio Fiuggi per lo Spettacolo nel 2018,
“Se so’ fatti ricchi in sogno”, in scena in questi giorni al Teatro Marconi su iniziativa della Comunità ebraica di Roma, si inserisce in questo filone. Al centro il tema della ludopatia e delle truffe ordite da malviventi nei confronti degli anziani. “Storie all’ordine del giorno, purtroppo”, ricorda Pavoncello. Si tratta, per la compagnia, della prima volta in presenza dall’inizio della pandemia (lo spettacolo era inizialmente previsto per la primavera del 2020). Un grande successo: teatro sold out e anche per l’ultima replica, in programma stasera, è previsto il pienone. Nel cast anche gli studenti del liceo ebraico Renzo Levi.