“Aggressione russa da condannare
No a qualsiasi equidistanza”

“Nessuna giustificazione della Russia, nessun tipo di equidistanza davanti a questa aggressione ingiustificata da parte di Putin all’Ucraina, dobbiamo avere una posizione di netta condanna rispetto a quanto sta accadendo”. Lo ribadisce a Pagine Ebraiche il presidente della sezione Anpi di Milano Roberto Cenati, non lasciando spazio a dubbi sul suo orientamento davanti al quadro internazionale. Una posizione di condanna inequivocabile nei confronti della Russia di Putin e di sostegno all’Ucraina che arriva in giorni in cui l’Associazione nazionale dei partigiani è oggetto di forti critiche per alcune iniziative e dichiarazioni. Prima la richiesta al governo di Roma di non inviare armamenti a Kiev (armi usate dagli ucraini per difendersi dall’invasore russo). Poi il controverso comunicato sulla strage di Bucha, in cui si chiedeva in modo ambiguo un’inchiesta internazionale senza condannare chiaramente Mosca per i suoi crimini. Infine il recente slogan per il 25 aprile con richiamo parziale all’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra”, ma senza citare la parte in cui si specifica come “strumento di offesa alla libertà”, come invece aveva fatto alcune settimane prima proprio la senatrice a vita Liliana Segre. Un messaggio inviato in occasione dell’assemblea nazionale dell’Anpi, in cui Segre ribadiva il sostegno alla “resistenza del popolo invaso” che “rappresenta l’esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria, che l’articolo 52 prescrive addirittura come ‘sacro dovere’”.
“Ho trovato il messaggio di Liliana affettuoso e ho condivido pienamente le sue parole: anche lei ribadiva come non si possiamo essere equidistanti” afferma Cenati, che esprime poi solidarietà al popolo ucraino “vittima di eccidi di civili inermi, bambini, donne, anziani: una situazione che mai avremmo immaginato”. Ad essere in pericolo, aggiunge il presidente dell’Anpi Milano, è tutta l’Europa. “L’aggressione terribile della Russia mette in discussione la sicurezza europea. È l’attacco di uno Stato autocratico e antidemocratico alla democrazia”. In questa fase, rileva ancora Cenati, deve farsi sentire “il ruolo di una politica estera europea condivisa, che al momento mi sembra sia mancata”.
Poi il pensiero è al 25 aprile con il ritorno a Milano, dopo tre anni di assenza, dello storico corteo nazionale. “Abbiamo fatto una riunione del Comitato permanente antifascista con tutte le associazioni della Resistenza, i partiti, l’UCEI, la Comunità ebraica di Milano, la Brigata Ebraica. E abbiamo condiviso il fatto che deve essere un 25 aprile unitario. Il segnale deve essere che questa data unisce l’intero paese, tutti gli italiani indipendentemente dalle loro posizioni politiche. Tutti si dovrebbero riconoscere nel giorno della Liberazione”. Simbolicamente è stato deciso di far salire sul palco, a fianco delle autorità, una donna ucraina. “Un modo per dare un segnale concreto di vicinanza alla popolazione ucraina vittima della guerra”.
Rispetto al ruolo dell’Anpi, Cenati sottolinea come sia in corso una discussione anche interna e ribadisce come “in questa fase delicatissima, il ruolo dell’Anpi deve essere quello di sempre: contrastare la deriva neofascista, xenofoba e antisemita. E deve valorizzare la Memoria, la storia e la cultura che, come ha detto il Presidente Mattarella, sono tra i pochi strumenti che possono farci uscire dalla barbarie. Questa la missione fondamentale dell’Associazione dei partigiani”.

dr