Dal Salone del Libro al Festival Economia, incontri per capire un mondo che cambia

Dal Salone del Libro di Torino al Festival di Trento Economia fino a Bookcity Milano, torna la stagione dei grandi festival in Italia con il mondo ebraico e Israele tra i protagonisti. Le tre rassegne sono state presentate in questi giorni con il Salone di Torino a fare da apripista. “I libri sono la soluzione alla domanda ‘Che fare?’, utili sempre ma soprattutto quando serve una chiave per capire il mondo”, ha spiegato Nicola Lagioia, direttore editoriale della manifestazione torinese, che aprirà i battenti il prossimo 19 maggio. L’obiettivo è quello di promuovere, attraverso i libri, uno spazio che sia “laboratorio di idee e di confronto tra menti brillanti”. Tanti gli ospiti internazionali chiamati per aiutare a interpretare il presente: dal dissidente russo Mikhail Shishkin allo scrittore israeliano Eshkol Nevo fino al premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz. Nel contesto poi di un mondo sconvolto dall’invasione russa dell’Ucraina, il Salone ha voluto mettere in piedi al suo interno una Casa della Pace. Uno spazio fisico dedicato al dialogo, all’incontro, all’informazione sulle iniziative di solidarietà del territorio e al racconto di esperienze virtuose, in cui ong, reti solidali, soggetti del terzo settore impegnati a diverso titolo sull’emergenza in Ucraina potranno condividere con i visitatori esperienze e storie.
Il tema della guerra, dell’ordine e del disordine che ne è seguito, così come del segno lasciato dalla pandemia saranno poi al centro della nuova edizione del Festival Economia, che andrà in scena a Trento dal 2 al 5 giugno. “Stiamo vivendo anni di profonda trasformazione, un susseguirsi di avvenimenti che meritano di essere studiati, approfonditi e analizzati. L’ordine globale che pareva consolidato è messo discussione. Tutti siamo consapevoli che qualcosa sta cambiando, ma non sappiamo quale sarà il punto di arrivo”, la riflessione del direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, presentando il programma del Festival. Molti gli ospiti di fama internazionale della rassegna, tra cui nove Premi Nobel. Tra loro, Oliver Hart, che ha ottenuto il riconoscimento nel 2016 per il contributo alla teoria dei contratti. Nel presentarsi in occasione del Nobel, Hart ricordò le sue radici: “I miei genitori erano entrambi medici. Mia madre era una ginecologa in un periodo in cui le donne medico nel Regno Unito erano relativamente poco diffuse; era un’ebrea nata in Germania, che aveva lasciato la Germania nel 1933 subito dopo che Hitler era salito al potere. Mio padre era un epidemiologo di una certa importanza il cui interesse particolare era la TBC. Fu anche uno dei protagonisti della sperimentazione sulla streptomicina del 1948, che mise sulla mappa gli studi di controllo randomizzati. Veniva da una famiglia anglo-ebraica di radici lontane”. Proprio il tema delle sfide della medicina, di famiglia per Hart, sarà uno degli argomenti sul tavolo del confronto a Trento a inizio giugno.
Ci sarà da attendere fino a novembre (16-20) invece per l’undicesima edizione di Bookcity a Milano, che quest’anno esplorerà il tema ‘La vita ibrida’. “Il mondo di oggi è ibrido. Ibrido il lavoro, ibrida la vita, sempre più scissa tra online e offline, ibride la comunicazione e la narrazione, ibridi sono l’identità e i generi, ibrida è l’esperienza delle nuove generazioni e, dall’alba dei tempi, ibride sono le culture. – hanno spiegato gli organizzatori presentando la nuova edizione – In un mondo alla ricerca di semplificazioni rassicuranti, la parola ibrido può spaventare; eppure, ibrido è da sempre il terreno più fertile per il germogliare della cultura e delle arti: ibrido è un invito alla contaminazione feconda delle discipline, all’attraversamento degli steccati della conoscenza, un et et che si sostituisce all’aut aut”.