Venezia, il forno casher riaperto
“Giovani, protagonisti del futuro”
Grazie all’iniziativa del gruppo dei giovani della Comunità da quest’anno è ripresa a Venezia l’attività del forno casher, in cui da tempo immemorabile tradizione vuole che si producano anche i dolci per Pesach. “Un segno che fa ben sperare per il futuro”, secondo il presidente degli ebrei veneziani Dario Calimani. La sfida più importante, sottolinea, è proprio questa: preparare una generazione “pronta a prendersi la responsabilità del futuro”.
“Il tentativo – racconta facendo un bilancio del suo primo anno di presidenza – è quello di ringiovanire il più possibile la Comunità, anche attraverso un riavvicinamento delle ‘coppie miste’. Una questione rilevante in tutte le Comunità, e in particolare in quelle medio-piccole come la nostra. L’operazione non è semplice, non ce lo nascondiamo, ma ne va della nostra esistenza”. A monte un principio che è un po’ una stella polare: la necessità “di non accettare il calo demografico e di interesse verso le Comunità come un destino ineludibile”. La proposta per i giovani sta assumendo varie declinazioni, anche culturali: come corsi di ebraico, corsi di sionismo, corsi di Torah. “Si cerca di motivarli in tutti i modi possibili”, chiosa Calimani.
L’azione del Consiglio, in una realtà ebraica così impregnata di storia, segni e testimonianze, è rivolta inevitabilmente anche all’esterno. “Le sollecitazioni sono molteplici, anche a livello internazionale. Non è semplice soddisfarle tutte visto che, tra dipendenti e volontari, alla fine dei conti siamo sempre un po’ troppo pochi. Naturalmente però ci proviamo”, prosegue Calimani. Tanti i progetti in corso. Tra i più rilevanti c’è la riqualificazione del museo ebraico nel segno di un investimento complessivo che toccherà l’intera area museale (che sarà significativamente ingrandita) e le cinque sinagoghe del ghetto. “Una volta completato il tutto – afferma Calimani – saremo in grado di mostrare come era costruita una casa del ghetto, ricreandone il contesto e l’ambiente. Un investimento culturale nel segno della conoscenza, che dovrebbe anche stimolare un certo tipo di turismo. E aiutarci in quel compito imprescindibile per ogni Comunità che è la lotta al pregiudizio e all’antisemitismo”. I lavori, iniziati due anni fa, stanno andando più lentamente del previsto. “Il primo lotto prevedeva un arco temporale di sette mesi. Purtroppo siamo già a 21 per una serie di fattori: i ritardi causati dalla pandemia, le ditte prese anche da altri impieghi, i tempi della soprintendenza. Stiamo cercando di velocizzare il più possibile l’iter, come si può facilmente immaginare. In ogni caso – afferma – si prevedono almeno altri due anni di cantiere”.
A stretto giro invece aprirà il nuovo ristorante casher. A sbarcare in Laguna sarà Baghetto. “Abbiamo molte speranze in questa iniziativa, che potrebbe rivelarsi determinante anche nell’ottica di rafforzare un circolo virtuoso che favorisca l’affluenza di un turismo qualificato nel quartiere”. Un sostegno per corroborare anche “un vecchio sogno: quello di istituire un centro culturale dedicato agli studi ebraici, religiosi e non”. Venezia, d’altronde, ha tutte le carte in regola “per diventare, sempre di più, un centro di ispirazione”. In questa direzione, prosegue Calimani, “abbiamo avviato un programma culturale di vasto interesse, accanto alla cultura tradizionale, nel tentativo di riavvicinare alla vita comunitaria gli iscritti meno assidui”. Oltre a ciò, con l’aiuto del rav Roberto Della Rocca, tra i progetti c’è quello di organizzare “un festival della cultura ebraica che presenti un ebraismo che non sia solo Shoah e Memoria”. L’idea infatti è che la Comunità “debba fare vita in proprio, ma anche rendere evidente l’immagine viva di un ebraismo vivo, con i suoi problemi ma anche con la bellezza delle sue tradizioni e della sua cultura”. Un ebraismo incardinato anche sul valore della solidarietà. Con questa consapevolezza la Comunità ebraica è stata tra le prime in Italia ad attivarsi, accogliendo in un suo appartamento una famiglia fuggita dall’Ucraina dopo l’invasione russa.
(Nell’immagine alcuni giovani della Comunità ebraica di Venezia in azione all’interno del forno casher)