Il dovere di domandare
Nel seder la narrazione della liberazione dalla schiavitù non può iniziare senza la domanda. Non si tratta solo di un espediente per attirare l’attenzione dei più piccoli: il Talmud prescrive esplicitamente che anche “due studiosi dotti, che conoscano le regole di Pesach si domandano l’un l’altro”, o addirittura, in mancanza di altre persone con cui sia possibile dialogare, “egli domanda a se stesso”. Domandare, soprattutto a se stessi, significa dubitare, non conoscere già la risposta in anticipo. Quindi possiamo arrivare al seder con tanti bei testi di commentatori autorevoli, oppure tante belle citazioni letterarie, o ancora con tante belle idee generate dalla nostra testa. Ma dovremmo essere pronti a dubitare, mettere tutto in discussione, porre altre domande.
In un certo senso il seder è un’interrogazione a cui abbiamo il dovere di arrivare impreparati.
Anna Segre
(15 aprile 2022)