“Pesach, festa di libertà e vita
Una speranza per l’Ucraina”

Nonostante la minaccia delle bombe russe, in molte città d’Ucraina si sono celebrate regolarmente le funzioni di Pesach e famiglie e intere comunità si sono riunite alle tavole per la lettura dell’Haggadah. Anche il presidente Zelensky non avrebbe mancato l’appuntamento, festeggiando l’inizio di questa Pasqua ebraica in tempo di guerra all’interno di un bunker, con una dotazione di pane azzimo e di altri prodotti casher recapitati in quella sede dalla Federazione delle Comunità Ebraiche d’Ucraina. Tra i destinatari di migliaia di pacchi analoghi anche il sindaco di Kiev Vitali Klitschko, la cui nonna è sopravvissuta alla Shoah, oltre ai soldati ebrei impegnati nella difesa del Paese dall’attacco di Mosca. A loro si era rivolto il presidente ucraino in un messaggio diffuso alla vigilia di Pesach, enfatizzando il significato “di libertà e vita” associato alla festa e auspicando che non solo in Ucraina ma in tutto il mondo si possa arrivare presto alla pace “e a una vittoria contro il male che oggi minaccia libertà e vita sulla terra”. Nel fare ciò Zelensky ha espresso la propria gratitudine “a tutti gli uomini e a tutte le donne che ci stanno proteggendo”.
Poche ore prima del primo Seder il rav Moshe Azman, uno dei due rabbini capo d’Ucraina, ha officiato il funerale di un uomo ucciso e forse anche torturato dai russi. 

(Nell’immagine: Zelensky durante il suo messaggio per Pesach)