“Le Pen nel solco di Pétain,
Macron è l’unica opzione”
Come era facile prevedere, il confronto televisivo tra Macron e Le Pen si è acceso tra gli altri sul tema dell’aggressione militare all’Ucraina. “Dipendi dal potere russo e da Putin” l’accusa formulata dall’attuale inquilino dell’Eliseo, che ha ricordato come in un passato anche recente la rivale abbia goduto di un sostegno morale e finanziario da parte del Cremlino. Il confronto, dal quale Macron sembra uscito vincitore, ha virato anche su molti altri argomenti, toccando varie questioni di stretto interesse per la comunità ebraica d’Oltralpe. Tra cui il rispetto e la tutela di quei diritti religiosi che, a detta di molti, rischierebbero di sfaldarsi in caso di vittoria della leader del Rassemblement National.
Prosegue in questo senso la campagna del Crif, il Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia, che da giorni si è rivolto agli elettori affinché scelgano Macron così da scongiurare un esito dalle ricadute potenzialmente devastanti non solo per Parigi ma per l’Europa intera. “La nostra organizzazione è apartitica, ma Marine Le Pen è l’estrema destra. Il futuro della Francia è in gioco, quindi chiediamo di votare per Emmanuel Macron”, la richiesta del presidente del Crif Francis Kalifat. Nelle scorse ore il Crif ha anche veicolato un documento firmato da vari intellettuali ebrei e musulmani nel quale si accusa Le Pen di “essere l’erede del Fronte Nazionale istituito dai vecchi collaboratori di Pétain”. Un marchio di fabbrica; una filiazione che “non può essere rinnegata” dai tanti infingimenti, dalle mistificazioni con cui si cerca di occultare questa origine. Se Le Pen sarà eletta, a detta dei promotori del documento, sarà messa in atto “l’esclusione dei cittadini musulmani dalla società francese” e riprenderanno con ancora più vigore “le provocazioni razziste e antisemite”. Per questo l’invito è a una scelta di campo chiara, senza equivoci: “Nessuna astensione, nessuna scheda bianca. Sarebbero un regalo per Le Pen. Il voto va dato a Macron”. Tra i firmatari e sostenitori figurano Henri Hajdenberg, ex presidente del Crif e del Congresso ebraico europeo; Pierre Saragoussi, ex direttore della Fondazione per la Memoria della Shoah; i cacciatori di nazisti Serge e Beate Klarsfeld. In precedenza vari esponenti ebraici, partendo proprio dal Crif, avevano levato la loro voce anche contro la candidatura di Eric Zemmour, la sua riscrittura della storia con riferimento anche alle vicende della persecuzione antisemita e la sua retorica velenosa su varie questioni. Nonostante l’ampia mobilitazione la sua proposta ha comunque fatto breccia in una parte significativa dell’elettorato ebraico. Un dato in particolare ha suscitato allarme: al controverso polemista, che al ballottaggio si è schierato con Le Pen, sono infatti andati all’incirca la metà dei voti dei cittadini francesi residenti in Israele.