Sopravvisse bambina alla Shoah,
uccisa da fame e freddo a Mariupol

Fatta eccezione per l’area dell’acciaieria dove resistono gli ultimi soldati ucraini, Mariupol sarebbe ora interamente in mano russa.
“Mariupol è stata liberata”, l’annuncio da Mosca di Putin. Tra le vittime di chi si è arrogato il compito di “denazificare” un Paese governato da un presidente ebreo anche un’anziana donna scampata bambina alla Shoah e morta di fame e freddo nel suo appartamento: la 91enne Vanda Semyonovna Obiedkova, che di anni ne aveva dieci quando i nazisti conquistarono Mariupol avviando una campagna persecutoria e di annientamento della popolazione ebraica casa per casa.”Mia madre non meritava una fine del genere” le parole della figlia Larissa al sito di informazione del movimento Chabad. Per seppellirla lei stessa ha rischiato la vita, in compagnia del marito, riuscendo infine a trovare uno spazio adatto in un parco pubblico. Al loro fianco rav Mendel Cohen, direttore della sezione locale del movimento e unico rabbino rimasto a Mariupol. Una città in macerie che, ha spiegato, “si è ora trasformata in un cimitero”.
Il rabbino ha speso parole molto belle per ricordare Obiedkova, elogiandone la forza d’animo e il carattere gioioso che l’hanno sempre sospinta nonostante gli orrori testimoniati in gioventù e l’assassinio della madre e di molti cari nella Shoah. Sul suo volto, nelle ultime settimane, quel sentimento era però scomparso. E una domanda lacerante aveva preso il sopravvento: “Perché tutto questo sta succedendo?”