Yom HaShoah, i sopravvissuti ucraini “Riviviamo traumi del passato”
Nessuno di loro immaginava di ritrovarsi nuovamente nel cuore di un conflitto. Nessuno di loro pensava di dover lasciare la propria casa, il proprio paese martoriato dalle bombe. Eppure ora i sopravvissuti alla Shoah ucraini, rifugiatisi a Gerusalemme come a Berlino, raccontano il dolore della fuga inaspettata e del riemergere dei traumi del passato. Le loro testimonianze, alla vigilia delle iniziative per Yom HaShoah, compaiono in queste ore su tutti i media israeliani. In Germania, ad ascoltarle è stato anche il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, che ha incontrato a Berlino alcuni di loro. “La seconda guerra mondiale è iniziata quando avevo nove anni”, ha raccontato Susana Neyman a Steinmeier. “E ora, a 90 anni, devo vivere un altro conflitto”.
“80 anni dopo, la storia si ripete”, le parole ad Haaretz di Rosita Shakhnovska, fuggita a sei anni dalla invasione tedesca di Kiev e ora a 86 da quella russa. “Mi sentivo al sicuro a Kiev, molti dei miei amici sono rimasti lì” spiega al quotidiano Shakhnovska, arrivata in Israele attraverso la Moldavia. “Poiché ho alcuni problemi di salute, avevo paura di quello che mi sarebbe successo durante il viaggio. Avevo paura che i russi sparassero al nostro convoglio. Avevo paura che non saremmo riusciti a passare il confine. Ma appena ho sentito le prime bombe cadere sulla città, ho cominciato a tremare e ho deciso finalmente che saremmo partiti”.
A Yedioth Ahronoth i coniugi Arnold ed Ella Batkin, 83 anni, raccontano di aver cercato di resistere nella Charkiv assediata. “Siamo legati alla nostra casa, alla nostra città. Lì sono sepolti i nostri genitori e mio fratello maggiore. Quella – hanno detto – era la nostra vita”. Una vita iniziata nel segno dell’occupazione nazista del 1941. Entrambi non hanno memoria di quegli eventi. Troppo piccolo Arnold per ricordare la fuga in Georgia in treno. Troppo piccola Ella per ricordare la vita nascosta in un seminterrato nella città occupata. “Non ricordo la guerra, ma ricordo che siamo tornati e la città era devastata. – la testimonianza di Batkin – Non è facile rivederla sotto le macerie, ma la vita deve andare avanti”.
Come i coniugi Batkin, altri 105 sopravvissuti hanno trovato rifugio in Israele da fine febbraio. A riportarlo la Claims Conferece, secondo cui invece in Germania sono 70 i sopravvissuti accolti. “Mi si spezza il cuore a incontrare persone che hanno dovuto fuggire da una guerra due volte nella loro vita e ora non sanno se potranno mai tornare a casa”, le parole del presidente tedesco Steinmeier dopo l’incontro con i Testimoni della Shoah.
Nelle stesse ore proprio in Germania il segretario alla Difesa Usa aveva organizzato una conferenza internazionale incentrata sull’invasione russa dell’Ucraina. Un’occasione per Washington di fare appello a oltre quaranta stati per dare ulteriore sostegno militare a Kiev. Al summit, hanno fatto notare i media israeliani, hanno partecipato anche i rappresentanti del governo di Gerusalemme. Una presenza arrivata a distanza di una settimana dalla prima dichiarazione di Israele di sostegno militare all’Ucraina con la fornitura di giubbotti ed elmetti alle forze di soccorso ucraine e alle organizzazioni civili.
(Nell’immagine l’incontro tra il presidente tedesco Steinmeier e alcuni sopravvissuti alla Shoah ucraini che hanno trovato rifugio in Germania)