Il tempo del risentimento
A differenza della rabbia, il risentimento è una condizione che presume un tempo lungo. Dietro, una lunga fase di incubazione intorno a un conto non chiuso. Quando diventa atto indica una decisione consapevole, perché fondato su una memoria e coltivato nel rancore. Riguarda tanto i vinti come i vincitori; si fonda su una politica che ruota intorno all’idea dell’identità; si nutre dell’orgoglio della propria capacità di resistenza alle sirene ammalianti del mondo intorno, avvertito come “nemico”.
Non so se sia questa la piattaforma che ha mosso l’azione di Vladimir Putin e quella su cui costruisce il suo consenso. Ma se così fosse vuol dire che siamo entrati in un tempo lungo e quella a cui stiamo assistendo non è né una guerra né “locale”, né “rapida”.
David Bidussa, storico sociale delle idee