Le parole di Lavrov
e le mosse di Israele
Mosca prova a difendere l’indifendibile. Quello di Lavrov non sarebbe stato un ignobile intervento dai toni antisemiti. Ma, a detta della sua portavoce, un’offerta di “verità”. Nel mirino tra gli altri il premier Draghi, che ha condannato con forza quanto accaduto.
Le considerazioni del ministro hanno deteriorato ulteriormente anche i rapporti con Israele. “Pochi giorni fa, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri ma anche una delle propagandiste più aggressive reperibili sul mercato russo, e in questo momento l’offerta è altissima, aveva sfiorato la crisi diplomatica con Israele per via di un paragone incauto tra il destino dei russi d’Ucraina e quello degli ebrei dell’Olocausto. Il suo diretto superiore Sergey Lavrov invece ci è riuscito in pieno, per altro parlando a una trasmissione italiana”, scrive tra gli altri il Corriere. La reazione di Israele potrebbe andare molto oltre le semplici parole di stigmatizzazione. “Più aiuti, anche militari, all’Ucraina. È questa, secondo alcune indiscrezioni di stampa, la risposta all’escalation verbale russa contro Gerusalemme”, sottolinea Il Messaggero. La Stampa ricorda come la tesi della propaganda di Putin sia “ancora più assurda se si pensa che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è di origine ebraica”.
Iniziativa “pacifista”, a Roma, sotto il coordinamento di Michele Santoro. Tra gli intervenuti, riporta il Dubbio, “la filosofa Donatella Di Cesare che non ha speso una sillaba sulle città da due mesi sotto il fuoco dell’armata russa” e “non ha detto nulla sugli eccidi nei villaggi”. E Moni Ovadia, il cui pensiero è stato “interamente consacrato al battaglione Azov, all’ideologia nazista dei suoi leader e ai suoi oscuri legami con la Cia”. Avvilenti anche le considerazioni di Piero Sansonetti, sul Riformista di cui è direttore, che stigmatizza il fatto che Draghi abbia condannato in pubblico le intemperanze di Lavrov tagliando così fuori l’Italia – a suo dire – “da qualsiasi possibile ruolo di mediazione”. Se nel definire Zelensky il ministro di Mosca “ha pensato di poter ricorrere a un grossolano paragone con Hitler è perché sapeva di trovare orecchie sensibili anche nelle opinioni pubbliche occidentali”, il pensiero di Gad Lerner (Fatto Quotidiano). “Monta l’effetto Lavrov. In tanti si bevono la balla di Hitler ebreo”, titola La Notizia. Ad alimentare la confusione anche il Fatto stesso, che già negli scorsi giorni aveva ospitato un folle testo revisionista sulle responsabilità del nazismo firmato da Massimo Fini. “Pure Hitler fu intervistato”, si legge, facendo con ciò un riferimento improprio all’intervista realizzata nel ’23 da Giulio De Benedetti. Come se il punto del “caso Lavrov” fosse l’intervista in sé e non il modo in cui è stata condotta.
Repubblica Milano riferisce di un caso aperto all’interno della Comunità ebraica cittadina, con la lista di opposizione intenzionata “a chiedere le dimissioni” del presidente Walker Meghnagi. Tutto, si riporta, nasce dal messaggio di cui è stata data lettura alla recente convention di Fratelli d’Italia. “Dichiarazioni deplorevoli”, l’accusa dell’opposizione. Sempre Repubblica Milano parla dell’iniziativa organizzata da Gariwo al Monte Stella, in solidarietà ai giornalisti russi minacciati da Putin.
Nella Siva di Settimo Torinese, la fabbrica di vernici di Primo Levi, aprirà a luglio il primo museo europeo della chimica. “Lavorava tutta la settimana nei laboratori della Siva, poi il sabato e la domenica scriveva libri fondamentali, indimenticabili, anche da narratore puro”, ricorda Repubblica Torino guidandoci in una visita all’interno di questi spazi. Fabio Levi, presidente del centro studi che ne porta il nome, spiega al Corriere: “Per lui le scienze erano un modo per avvicinarsi alla verità”.
Il Consiglio regionale della Campania ha approvato ieri la definizione di antisemitismo dell’Ihra. Apprezzamenti, riporta il Mattino, sono arrivati sia dalla Federazione Italia-Israele che dalla Comunità ebraica di Napoli.
Nella notte è stata comunicata una triste notizia: la scomparsa di Lino Capolicchio, il protagonista del Giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(4 maggio 2022)