Evelyne Aouate, il ricordo di Palermo
“Diamo continuità ai suoi ideali”

Conferendole la Tessera Preziosa del mosaico Palermo nel 2017, il sindaco Orlando sottolineò come nessuno più di lei, a livello locale, rappresentasse “la storia dell’ebraismo, il suo essere collegato a tanti luoghi e il suo essere fedele a una tradizione millenaria”. Una prospettiva che Evelyne Aouate ha scelto di valorizzare, in ogni sua iniziativa, con inesauribile generosità e passione. Una delle leve da cui ha attinto per promuovere incontri che hanno lasciato un segno e in particolare un progetto che da Palermo ha fatto il giro del mondo: la riapertura di una sinagoga a oltre cinque secoli dall’espulsione degli ebrei di Sicilia e dalla concomitante cancellazione di ogni segno della presenza ebraica, un tempo florida, dal paesaggio urbano.
A un mese dalla scomparsa la città, nelle sue più alte cariche civili e religiose, ricorderà oggi cosa questa donna straordinaria ha rappresentato non solo per il rinascente nucleo ebraico ma anche per l’intera collettività. Un ritratto a più voci e una sfida: dare continuità ai ai suoi ideali e alle sue speranze. Partendo proprio dalla sinagoga, che è previsto trovi collocazione nei locali dell’ex Oratorio di Santa Maria del Sabato concessi dall’arcivescovado.
A precedere l’alto momento istituzionale (il via alla commemorazione alle 16, diretta sulla pagina Facebook “Sinagoga di Palermo”) un limmud svoltosi nelle scorse ore con interventi che hanno inquadrato vari aspetti della sua personalità e sono stati l’occasione per stringersi con affetto ai suoi familiari. Indelebili – ha detto in apertura il vicepresidente UCEI Giulio Disegni – “il suo sorriso, il suo modo di porsi e raccontare”. Una donna “con la stoffa della leader, con una visione chiara del concetto di comunità e totalmente assorbita dal suo impegno in campo ebraico”. Forte commozione anche da parte della presidente UCEI Noemi Di Segni, che ha ricordato come Aouate le abbia letteralmente “aperto un mondo”, e dei tre rabbini chiamati a portare un contributo: rav Ariel Finzi, attuale rabbino di Napoli; rav Pierpaolo Punturello, direttore degli studi ebraici al centro Ibn Gabirol – Estrella Toledano di Madrid; rav Gadi Piperno, rabbino capo di Firenze. “L’amore per il popolo ebraico è ciò che l’ha spinta a impegnarsi con così grande slancio” ha spiegato rav Finzi, inaugurando il limmud con l’esplorazione di un tema legato alla concomitanza con Yom HaAtzmaut. Il modo in cui, cioè, diverse forme di ortodossia ebraica guardano all’esistenza di Israele in un arco compreso tra gli ideali espressi da rav Kook e quelli agli antipodi dell’antisionismo Satmar. “Educazione ed eleganza senza pari”. Queste, secondo rav Punturello, due caratteristiche che ben definiscono Aouate. Segni distintivi che sono stati parte di un vero e proprio “lessico famigliare”. Più che un impegno, il suo è stato “un donarsi, un dedicarsi”. Sia che si trattasse di accogliere lo Shabbat nel suo salotto gremito di persone sia che si trattasse di accendere la Chanukkiah a Palazzo Steri, nell’edificio dove un tempo aveva sede l’Inquisizione. “Siamo pronti ad impegnarci per l’eredità che ci lascia?”, l’interrogativo posto da rav Punturello. A portare una riflessione legata al “Progetto Meridione” di cui Aouate è stata un perno imprescindibile anche rav Piperno, che ne ha lodata la lungimiranza e la capacità di proiettarsi con cognizione di causa nel futuro. La sensazione, il suo commento, “è che abbia compreso in modo profondo ciò che avrebbe potuto fare in modo concreto”.
(Nelle immagini: Evelyne Aouate; l’intervento del vicepresidente UCEI Giulio Disegni durante il limmud)
(5 maggio 2022)