“Evelyne, leader forte e coraggiosa”

Un “grazie” corale quello rivolto da Palermo ad Evelyne Aouate, anima e colonna della sua sezione ebraica e promotrice dello storico impegno che porterà alla riapertura di una sinagoga in città a oltre cinque secoli dalla cacciata – in seguito all’editto di espulsione firmato dai re cattolici di Spagna nel 1492 – degli ebrei di Sicilia.
Tante voci, tanti interventi, all’iniziativa pubblica in sua memoria che si è svolta nelle scorse ore presso l’archivio storico comunale. “L’avvicinamento di Evelyne all’ebraismo è avvenuto attraverso la comprensione non soltanto delle norme ma anche di tutto quello che c’è intorno e che ci fa avvicinare a Dio” la testimonianza del rabbino di Napoli rav Ariel Finzi, tra quanti hanno preso la parola per ricordarne le opere, l’umanità, il senso profondo di ogni suo gesto. “Non si fermava mai davanti a niente e nessuno” ha sottolineato il vicepresidente UCEI Giulio Disegni, nel tratteggiarne un ritratto incentrato su quattro aggettivi chiave. “Evelyne – ha spiegato – era forte, determinata, elegante e coraggiosa. Aveva la forza delle donne e la stoffa di un leader”. Tra i tanti meriti sui quali si è soffermato quello “di aver ripercorso una storia vergognosamente dimenticata da tutti” facendo sì che, attraverso una elaborazione consapevole delle tracce di quel passato, “persone” e “luoghi” tornassero in contatto. Un punto dal quale non solo ci si è guardati indietro ma anche proiettati nel futuro con progettualità forti e significative. Commossa anche la testimonianza dell’arcivescovo Corrado Lorefice, uno dei protagonisti del progetto legato alla sinagoga, che ha evidenziato “la sua capacità di farsi attraversare dall’Altro, di riconoscerlo nella sua diversità”. Una figura, il suo pensiero, “che esprimeva sempre bellezza e luce: elementi che porto dentro di me come una vera e propria eredità”.
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(6 maggio 2022)