Sarah Halimi, ricordo e testimonianze

Il 4 aprile del 2017 un suo vicino di casa uccideva Sarah Halimi al grido di “Allah akbar”.
Uno dei tanti episodi di antisemitismo, dalle ricadute purtroppo mortali, che hanno segnato la Francia e l’Europa negli ultimi anni. Ma anche una pagina oscura per la Giustizia francese che non è stata in grado, per l’appunto, di fare giustizia.
“La battaglia non è finita: ci sono cose che si stanno muovendo, verità che stanno emergendo”, ha detto di recente il figlio Yonathan a Pagine Ebraiche. Un’occasione per parlarne sarà data da una serata speciale, organizzata per lunedì 23 maggio dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nella sede del suo Centro Bibliografico. Yonathan quel giorno sarà infatti a Roma in compagnia della moglie Esther, per ricordare la madre, restituirci un ritratto del suo impegno in campo educativo e raccontare gli impegni assunti nel suo nome attraverso il centro comunitario Ohel Sarah da lui animato che è sempre più un punto di riferimento per gli ebrei francesi che hanno scelto di fare l’Aliyah.
Una decisione talvolta causata in modo irrevocabile da quella recrudescenza di antisemitismo dilagata in forme sempre più estreme. A ricordarlo all’opinione pubblica anche il decennale da poco affrontato dell’attacco alla scuola ebraica di Tolosa in cui restarono uccisi Jonathan Sandler, di trent’anni, e i suoi due figli Arieh e Gabriel, di cinque e quattro, e Myriam Monsonégo, che invece ne aveva sette. “Sono stati uccisi perché ebrei. È importante che nessuno dimentichi” il messaggio del Crif, il Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia.
Il suo presidente Francis Kalifat sarà uno dei protagonisti dell’incontro, che si aprirà alle 20.30 e sarà trasmesso in streaming anche sulla pagina Facebook UCEI. Ad inaugurarlo i saluti della presidente dell’Unione Noemi Di Segni e un intervento dell’ambasciatore francese in Italia Christian Masset. Moderati da Gadi Schoenheit, assessore UCEI con delega alle iniziative e attività culturali, prenderanno la parola anche la coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini, l’avvocato penalista Tommaso Levi e il professore di diritto penale Giuliano Balbi. Al centro anche il tema più doloroso: la sentenza della Cassazione che ha garantito l’impunibilità del suo assassino per via di una precedente assunzione di droghe che avrebbe determinato, a detta di chi quella sentenza l’ha emessa, una temporanea incapacità di intendere e volere. Un pronunciamento scandaloso per gli ebrei di Francia e per i tanti (Italia inclusa) che hanno protestato nel mondo.