Mottarone, a un anno dal dramma

Si avvicina l’appuntamento con un anniversario drammatico: il crollo della funivia del Mottarone, con unico superstite il piccolo Eitan Biran. “Sono accadute così tante cose che un giorno questo bimbo conoscerà nei dettagli. E capirà. Per intanto gioca con le cuginette” scrive La Stampa, dalla frazione nei pressi di Pavia dove vive con gli zii paterni. A tutelarne la privacy la zia Aya, che spiega: “Abbiamo scelto di tacere, di non raccontare più nulla”. Sullo sfondo la vicenda giudiziaria che vede il nonno materno Shmuel sotto indagine per sequestro di persona. Con La Stampa parla l’ex moglie Esther, dissociandosi dal suo gesto. “L’ho scoperto una volta che sono arrivati qui. Mi ha chiamata e ha detto: ‘Eitan è in Israele’. Ero senza parole. Quello che ha fatto – sostiene la donna – è stata una sua decisione”. Tra i temi toccati dalla nonna anche l’educazione ebraica del nipote e un futuro che vorrebbe fosse non Italia ma in Israele. La Stampa la descrive così: “Una donna determinata al punto da sembrare insensibile, a tratti spietata”.

Al fronte di chi tentenna davanti alla solidarietà verso l’Ucraina si aggiunge un nome illustre: Carlo De Benedetti. “Gli interessi degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito da una parte, e dell’Europa e in particolare dell’Italia dall’altra, divergono assolutamente”, la posizione espressa in una intervista con il Corriere. Aggiunge poi l’ingegnere: “Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l’Ucraina, è affar suo. Noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo”.

Trentanove ufficiali hanno scritto al Capo dello Stato per esprimere la loro contrarietà all’istituzione della “Giornata degli Alpini” nella data del 26 gennaio. Una “data profondamente errata e ingiusta” anche perché – si evidenzia – fissata in memoria di un episodio inquadrato in una guerra di aggressione nazifascista. Ad esporsi anche la senatrice a vita Liliana Segre che, ricorda Repubblica, ha fatto notare “che il 26 gennaio cade a ridosso della giornata della memoria per le vittime dell’Olocausto”.

Sconcertante comizio a sostegno del candidato sindaco di centrodestra per Rieti, che fa riferimento a Fratelli d’Italia, conclusosi da parte del sindaco uscente (che è invece di Forza Italia) con un “Boia chi molla”. Parole, riporta il Corriere, “riprese da un video amatoriale e sottolineate da grandi applausi”.

La Lettura del Corriere intervista lo scrittore israeliano Eshkol Nevo, nuovamente in Italia per una serie di interventi. “Quando sono lontano da Israele – confessa – mi manca la musica: quello stesso folle mix di Oriente e Occidente, arabi ed ebrei, tradizionale e innovativo, che rende questo Paese così difficile da comprendere, e spesso da viverci, crea una musica unica”. A proposito di musica: Repubblica Palermo intervista la sua connazionale Noa, che festeggia proprio in queste settimane il trentesimo anniversario dal suo primo concerto all’estero (in Sicilia, per l’appunto). “Qui vedo solo bellezza”, la testimonianza dell’artista.

Si è concretizzata la cessione del Chelsea, che è passato da Roman Abramovich a un consorzio americano. Per il Quotidiano Nazionale la transazione “chiude un’epoca sportiva e finanziaria per impostare un percorso di nuova rispettabilità sociale”. Per iniziativa del discusso oligarca russo il ricavato della vendita sarà infatti devoluto “a tutte le vittime del conflitto in Ucraina”.

Grande attesa a Torino per l’inizio dell’Eurovision: una festa della musica e dei popoli. Ieri intanto è stato inaugurato l’Eurovillage, al Parco del Valentino, “con un battagliero intervento di Lidia Maksymowicz, polacca di origine bielorussa, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau” (Repubblica).

La presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello tra le vincitrici della 13esima edizione del Premio Guido Carli. Una edizione che “ha guardato oltre i settori cruciali della finanza e dell’economia, rivolgendo lo sguardo anche ad altri mondi” (Corriere).

Cesara Buonamici, volto noto del TG5, e il medico israeliano Joshua Kalman saranno presto sposi. “Tra noi c’è sempre stato tanto rispetto, per noi le diverse religioni sono state motivo di arricchimento”, afferma la giornalista al Corriere.

“Le cicatrici di Gorizia laboratorio d’Europa”. Così Avvenire nell’illustrare la sfida di Gorizia/Nova Gorica capitali europee della Cultura per il 2025.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(8 maggio 2022)