Pio XII, il nazifascismo, gli ebrei:
le scoperte dall’Archivio vaticano
nel nuovo libro di David Kertzer

Quando dall’apertura degli archivi vaticani su Pio XII erano passati appena una manciata di mesi, c’era già chi si avventurava in annunci roboanti di “verità” che sembravano stridere con l’effettiva possibilità concessa dallo scarso tempo di consultazione. Una finestra assai breve diventata in realtà brevissima per via del concomitante inizio di una pandemia che, per via delle misure di contenimento intraprese a stretto giro, avrebbe interrotto quasi immediatamente il flusso di storici e addetti ai lavori in quelle stanze. “Mi sembra un po’ prematuro rilasciare dichiarazioni pubbliche sui grandi scoop dagli archivi vaticani dopo soli cinque giorni trascorsi lì dentro” dichiarava a Pagine Ebraiche il Premio Pulitzer David Kertzer, una delle massime autorità mondiali in materia.
Il 2 marzo del 2020, il giorno dell’apertura degli archivi, l’autorevole studioso statunitense era stato uno dei primi a varcare quella soglia. Una possibilità imperdibile per chi al tema dei rapporti tra papato ed ebrei ha dedicato una vita di ricerche appassionate e una necessità anche impellente visto il nuovo libro cui già da tempo stava lavorando, incentrato proprio sulla figura di Pacelli e sul suo discusso rapporto con il nazifascismo. Da allora non ha mancato di tornarci appena possibile, lavorando come sua prassi non sulla base di ritrovamenti parziali e non nel segno di annunci estemporanei, ma con la forza dell’analisi rigorosa di migliaia e migliaia di carte.
Quel libro ora è una realtà: “Un papa in guerra. La storia segreta di Mussolini, Hitler e Pio XII”, edito da Garzanti, sarà in distribuzione a partire da giovedì 26 maggio. Per la prima volta – sottolinea l’autore a Pagine Ebraiche, con alle spalle il profilo di Palazzo Venezia centro di potere dell’epoca fascista in cui anche questo testo indaga – “un mio libro sarà pubblicato prima in Italia rispetto agli Usa”.
Un segno dell’enorme interesse che questa materia incandescente è destinata a suscitare. Sia per quanto concerne “l’esistenza di negoziati segreti tra Hitler e Pio XII già a poche settimane dalla fine del conclave”; sia per le rivelazioni relative al modo in cui Mussolini “abbia fatto affidamento sul clero e sulle istituzioni religiose per ottenere l’appoggio popolare all’entrata in guerra” e sia perché emergerebbe l’impressione di un papa letteralmente “manipolato” da Hitler e Mussolini. E ancora perché prova a spiegare perché, “pur avendo prove inconfutabili dello sterminio in corso degli ebrei, Pio XII non abbia mai denunciato le atrocità naziste”. In sintesi, il ritratto di un papa “pronto a dismettere i panni di guida morale pur di preservare il millenario potere della Chiesa”.
Illustri colleghi di Kertzer lo hanno visionato in anteprima, valutandolo una lettura imprescindibile. Per Garry Wills, anche lui vincitore in passato del Pulitzer, l’autore “ha la competenza e il coraggio di interpretare nuovi documenti e rivela in quale torbida palude il Vaticano si muovesse durante il papato di Pio XII”. Secondo Ian Kershaw, autore di una monumentale biografia di Hitler, “un libro splendido, che mette la parola fine al dibattito sul pontefice ed esclude senza dubbio ogni possibile apologia delle sue posizioni”. Così invece Kevin Madigan, professore di Storia Ecclesiastica ad Harvard, nel definirlo un capolavoro: “Questo libro magistralmente documentato è colmo di rivelazioni che meritano l’aggettivo esplosive”.

(8 maggio 2022)