Russia, parata di ammissioni e accuse
Si attendeva con preoccupazione quanto il presidente russo Vladimir Putin avrebbe potuto annunciare in occasione della parata militare a Mosca del 9 maggio. Nel Giorno della Vittoria, in ricordo della sconfitta dei nazisti, Putin però ha fatto un discorso più cauto rispetto alle attese. Ha sì cercato di giustificare l’aggressione alla Russia accusando la Nato, ma, come scrive il Sole 24 Ore, non c’è stata “escalation”. “Il presidente russo non ha detto quasi nulla di ciò che molti si aspettavano. Non ha formalizzato la guerra, alzando la posta in gioco e dichiarando la mobilitazione generale; non ha minacciato escalation o ritorsioni nucleari; non ha rivendicato come successo la presa di Mariupol o degli altri territori ucraini caduti in mani russe”, spiega il quotidiano economico. Dall’altro lato ha reiterato l’accusa, priva di fondamento, secondo cui l’attacco all’Ucraina – mai citata nel suo discorso – sarebbe stata un’azione preventiva per difendere la Russia da una presunta invasione. La retorica è chiara, sottolinea il Foglio: “Nella Piazza Rossa Putin ha parlato ai russi e non a noi per dire: dobbiamo difenderci”. E ha riscritto la storia, aggiunge Nadia Urbinati su Domani, presentando il secondo conflitto mondiale come solamente uno scontro tra il nemico nazista e l’eroica Russia. “La sua riscrittura è fatta in funzione del qui e ora, per dire che la Russia è di nuovo sola a combattere per difendere i suoi ‘valori’. – spiega Urbinati – Una Russia dissociata dalla storia del mondo e dall’Europa”. “Putin – aggiunge la sociologa – ha messo i milioni di morti sovietici nella Grande guerra patriottica al servizio di una guerra locale, che dovrebbe far pulizia dei resti del nazismo”.
Il leader del Cremlino, come mette in evidenzia Corriere, ha inoltre fatto riferimento alle perdite russe, pur senza quantificarle. Un avvenimento raro, sottolinea Repubblica. “Una parata senza vittoria. Lo zar teme l’implosione”, sintetizza invece La Stampa. Al quotidiano torinese Kyrill Martynov, vicedirettore di Novaya Gazeta, afferma che “I giovani russi sono indifferenti alla guerra” e “nessuno morirebbe al fronte per Putin”.
La replica ucraina. Mentre Putin giustificava le sue azioni facendo passare la Russia per vittima, il suo esercito continuava a bombardare l’Ucraina. Tra i bersagli, l’ormai nota acciaieria Azovstal di Mariupol (dove, racconta Repubblica, nella città distrutta i russi hanno organizzato una piccola parata per il 9 maggio) e Odessa. Nella città del Mar Nero sotto attacco era presente anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, costretto a riparare, con il premier ucraino Denys Shmyhal, in un rifugio sotterraneo. Ai discorsi di Mosca ha poi replicato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, capovolgendo l’accusa di nazismo: “Putin sta ripetendo gli orribili crimini del regime di Hitler, copiando la filosofia nazista. È condannato. Perché è stato maledetto da milioni di antenati quando ha iniziato a imitare il loro assassino. E quindi perderà tutto”, le dure parole di Zelensky in un video in cui si presenta da solo per le vie di Kiev. Nella capitale, spiega la Stampa, intanto iniziano a riaprire le ambasciate, Gran Bretagna e Usa in testa. “Questo significa che riprenderanno gli incontri ad alto livello anche con i rappresentanti del governo ucraino, e si cercherà di capire quali possono essere le strade per una soluzione. – spiega La Stampa – Troppo presto, spiegano fonti diplomatiche europee, per immaginare che si possa mettere nero su bianco una bozza con la designazione dei confini postbellici”.
Le parole di Macron. “Dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza in Europa senza mai cedere alla tentazione né dell’umiliazione, né dello spirito di rivalsa, che troppe volte in passato hanno devastato il cammino della pace”. Così il presidente francese Emmanuel Macron, parlando da Strasburgo per la fine dei lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa. “Macron – spiega il Foglio – ha chiarito gli obiettivi dell’Ue nel conflitto: nell’immediato far cessare questa guerra rapidamente, ‘fare in modo che l’Ucraina resista e la Russia non possa vincere, e preservare la pace sul resto del continente’”.
Draghi da Biden. “Nuovi invii di armi all’Ucraina e soldati da schierare sul fianco Est”, queste le richieste sul fronte ucraino, secondo il Corriere della Sera, che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden farà oggi al presidente del Consiglio Mario Draghi in visita alla Casa Bianca. Una missione attesa in cui si parlerà degli equilibri mondiali e del reperimento delle fonti energetiche per l’Europa, aggiunge il quotidiano. In un editoriale in prima pagina su La Stampa, Nathalie Tocci sottolinea come sull’Ucraina le posizioni di Biden e Draghi convergano. E come il Premier italiano sia considerata una voce da ascoltare a Washington. “Tra i suggerimenti del presidente del Consiglio, forse il più importante sarà un appello alla Casa Bianca ad una comunicazione pubblica più cauta,- scrive Tocci – proprio per evitare di dar involontariamente manforte alla disinformazione russa, compreso a casa nostra”. Disinformazione, spiega l’analista, che cerca di presentare “il ritratto di un’Ucraina territorio in cui si combatte una guerra per procura tra Russia e Occidente”.
Pulitzer. Una menzione speciale per i giornalisti ucraini “per il coraggio, la perseveranza, l’impegno nel fornire resoconti veri e accurati durante la spietata invasione di Vladimir Putin”. Così la giuria del Premio Pulitzer, annunciando i riconoscimenti di quest’anno. Nella sezione “narrativa”, a vincere è stato The Nethanyus, di Joshua Cohen. Il romanzo, ricorda il Corriere, riguarda Benzion Netanyahu, il padre del politico israeliano, Benjamin Netanyahu.
Alpini. In merito all’adunata degli alpini tenutasi a Rimini, La Stampa parla di 150 segnalazioni di molestie sessuali raccolte dall’associazione femminista “Non una di meno”. Ora si pensa a una denuncia collettiva. Tra le testimonianze, il quotidiano ne raccoglie una di Sara, (nome di fantasia): “La prima sera mi hanno chiamato a un tavolo facendo il saluto fascista, sono andata, l’ho fatto notare e mi hanno risposto che si, era vero, che avevano fatto quel saluto appositamente. Sono somala, ho reagito, lo sapete? Mi hanno risposto: lo abbiamo immaginato dal colore della tua pelle. E giù risate. Sono rimasta senza parole, ma è finita li”. Nelle serate successive, racconta la giovane, le molestie sono peggiorate. “Sino a che uno mi ha palpato: ho reagito, ero esasperata, il mio capo mi ha trattenuto”. A La Stampa Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione nazionale alpini, afferma “se ci sono stati episodi interverremo, ma non bastano i racconti sui social”.
La visita dell’imam estremista. Il Giornale, nelle pagine milanesi, segnala la presenza in città e a Brescia dell’imam Omar Abdelkafi, predicatore egiziano, che l’esperto di integralismo islamico Lorenzo Vidino descrive così: “Uno tra i più famosi predicatori islamisti egiziani, vicino alla Fratellanza, ben noto per posizioni antisemite, complottiste ed estremiste”.
Leggere Spinoza. Su Avvenire Massimo Giuliani segnala l’uscita di diversi testi dedicati al pensiero di Baruch Spinoza. “La sua proposta etica, sostanzialmente immanente, ne ha fatto un padre della libertà scientista contemporanea e uno dei filosofi più amati e studiati”, sottolinea Giuliani.
Daniel Reichel