L’allarme dell’intelligence

La guerra durerà ancora a lungo, allargandosi ad altri scenari e con la possibilità non imminente ma comunque non così remota che Mosca autorizzi in futuro l’uso del nucleare. È l’analisi dell’intelligence statunitense in una giornata segnata dall’approvazione di ulteriori 40 miliardi di dollari di aiuti da parte della Camera e dall’incontro alla Casa Bianca tra Biden e Draghi. Un confronto che sembra aver visto il fronte occidentale rafforzarsi ulteriormente.
Draghi, racconta infatti il Corriere, “si è presentato a Washington non solo come il capo del governo italiano, ma come un leader europeo”. Non a caso “ha citato quattro volte ‘l’Unione europea e l’Europa’ e due volte ‘l’Italia’ o il ‘nostro Paese’; chiaramente non è casuale e non è solo una questione di formazione culturale o un vezzo da ex presidente della Banca centrale”.

Repubblica approfondisce i danni arrecati da quello che, da alcuni osservatori, è stato definito un vero e proprio “genocidio culturale”: l’impatto cioè del conflitto, attraverso le bombe e le razzie, nei luoghi in cui vive e si manifesta la cultura ucraina. Tra i siti danneggiati è citata anche la sinagoga corale di Kharkiv.
Sempre più urgente intanto la necessità di affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo. Il Foglio suggerisce una strada: “Le aziende italiane partecipano già alla gestione dei giacimenti in Israele, Cipro, Egitto, Algeria, Nigeria, Congo e Mozambico. Basterebbero le riserve scoperte a largo dei primi due paesi, democratici e amici, per alimentare l’Europa fino al 2030”.

Italia Oggi torna sull’intervista televisiva di Lavrov. “Stupisce – si legge – che si sia limitato alla panzana delle origini ebraiche di Hitler. Già che c’era poteva anche nominare i ‘Protocolli dei Savi di Sion’, il clamoroso falso storico confezionato dalla Ochrana”. Di propaganda e complottismo si parla anche sulla Stampa, segnalando lo sconforto della Testimone della Shoah Edith Bruck “nel constatare come l’evidenza dei massacri di civili inermi perpetrati dall’esercito russo in Ucraina anziché sollevare un coro unanime di sdegno animi invece crescenti dubbi e perplessità”.

Shireen Abu Aqla, una giornalista di Al Jazeera, è rimasta uccisa durante alcuni scontri tra miliziani palestinesi ed esercito israeliano nel campo profughi di Jenin. Fatale un colpo d’arma da fuoco che l’ha raggiunta alla testa, anche se la dinamica dei fatti non è ancora chiara. Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid si è rivolto all’autorità palestinese, proponendo “una indagine patologica congiunta sulla triste morte” della giornalista.

Il Giornale elogia The Netanyahus, il romanzo di Joshua Cohen vincitore all’ultima edizione del Pulitzer nella narrativa, definendolo “la più recente dimostrazione della poliedrica capacità letteraria” dell’autore. Il testo arriverà nelle librerie italiane a partire dal 7 settembre, pubblicato da Codice Edizioni.

Il Consiglio comunale di Milano ha approvato una mozione presentata dalla Lega in solidarietà a Israele dopo gli ultimi attacchi e di condanna dell’antisemitismo collegato alla presenza della Brigata ebraica ai cortei del 25 Aprile. Divergenze nell’area di centrosinistra, scrive il Giornale. Non tutti, si apprende, hanno votato a favore.

“Basta discriminarmi per il mio cognome” chiede Caio Mussolini, pronipote del dittatore fascista, in un patetico intervento su Libero. L’esponente politico di Fratelli d’Italia, candidato dalla Meloni alle ultime Europee, ha una sua tesi: “Puoi essere di destra solo se ti comporti come vuole la sinistra”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(11 maggio 2022)