Il rispetto verso i Cohanim

“E disse il Signore a Moshè, dì ai sacerdoti figli di Aharon”.
La caratteristica dell’inizio della nostra parashà è il verbo “emor – dire”, lo stesso termine che dà il nome alla parashà stessa.
Solitamente leggiamo nella Torah il verbo “dabber – parlare”, inteso quasi come un dovere per Moshè e un ordine per il popolo di ascoltare e obbedire. In tutta la prima parte della parashà vengono comandate delle regole che soltanto i Cohanim dovevano osservare scrupolosamente, compreso il cohen gadol.
I Cohanim però erano i capi del popolo, erano coloro che fungevano da amministratori della giustizia, da insegnanti per il resto della popolazione e, soprattutto, coloro che organizzavano e svolgevano la vita all’interno del Tempio.
Il motivo forse per cui la Torah adopera questa espressione è proprio per una forma di rispetto nei loro confronti.
È come se il Signore, parlando a Moshè, lo consigliasse di rivolgersi ai Cohanim, consigliandoli di comportarsi in un determinato modo.
Nella Torah troviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, persino l’insegnamento a gestire i rapporti fra i vari ceti sociali.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(12 maggio 2022)