DafDaf – Inventarsi il Corriere dei Piccoli

Sono dedicate a una donna molto speciale le prime pagine del numero 132 di DafDaf, in distribuzione in questi giorni.
Per la rubrica “giornali” Guido Vitale racconta come è nato il Corriere dei Piccoli:
“Il suo nome era Paola. Il suo cognome erano due: Lombroso Carrara. Era nata a Pavia nel 1871 e ha vissuto a Torino fino al 1954. La sua era una famiglia ebraica e sia suo papà che suo marito furono dei grandi e coraggiosi scienziati e non ebbero mai paura delle dittature e del fascismo. Il “Corriere dei Piccoli” l’aveva inventato lei, studiandosi come erano fatti i migliori giornali per bambini in tutta Europa. Lei scelse il nome del giornale. Lei progettò come dovevano essere fatte le due pagine. Lei propose la sua idea preziosa a Luigi e Alberto Albertini, che erano i padroni di un grande quotidiano, il “Corriere della Sera”.
Buona lettura!
a.t. social @ada3ves

Il Corrierino di Super Paola
Il mio edicolante, Luigi, è convinto che tornerà. “Un giorno o l’altro – mi dice sempre – avremo una bella sorpresa: il “Corriere dei Piccoli” sarà di nuovo in edicola e tutti saranno felici”.
Il tempo passa. Sbircio continuamente fra gli scaffali, ma di questo giornale non si vede traccia.
A volte mi domando se lo fa apposta per mettermi il nervoso. Se queste cose se le sogna. Oppure se ha amici importanti nel mondo dei giornali che gli raccontano dei segreti speciali e il “Corriere dei Piccoli” è davvero in arrivo.
Il fatto è che questa storia mi fa soffrire, perché so benissimo che questo giornale era il più bel giornale del mondo fra i giornali per bambini e per ragazzi.
E vorrei tanto vedere il suo ritorno, dopo tanti anni che non viene più pubblicato.
Comunque ogni volta che arrivo all’edicola va a finire che con Luigi si parla del “Corriere dei Piccoli”, che lui qualche volta chiama anche il “Corrierino”. E ci fermiamo a ricordare come era bello, quando ancora c’era.
Lui spesso mi racconta delle storie che aveva letto e che gli erano piaciute. E si chiede se quanto il giornalino tornerà in edicola sarà bello come un tempo, o sarà diverso. E le stesse domande me le pongo anch’io.
La scorsa settimana, anche per farlo felice, mi sono messo allora a raccontargli la storia di una ragazza tutta speciale.
Il suo nome era Paola. Il suo cognome erano due: Lombroso Carrara.
Era nata a Pavia nel 1871 e ha vissuto a Torino fino al 1954. La sua era una famiglia ebraica e sia suo papà che suo marito furono dei grandi e coraggiosi scienziati e non ebbero mai paura delle dittature e del fascismo.
Il “Corriere dei Piccoli” l’aveva inventato lei, studiandosi come erano fatti i migliori giornali per bambini in tutta Europa.
Lei scelse il nome del giornale. Lei progettò come dovevano essere fatte le due pagine. Lei propose la sua idea preziosa a Luigi e Alberto Albertini, che erano i padroni di un grande quotidiano, il “Corriere della Sera”.
Quando, nel dicembre del 1908, arrivò nelle edicole il primo numero di questo giornale meraviglioso, fu subito un grande successo. E bisognava festeggiarlo. Ma Paola subì un’ingiustizia, perché i fratelli Albertini non la vollero nominare direttrice del giornale e non le offrirono di lavorare nella redazione. Le offrirono solo di curare la rubrica di risposte alle lettere dei lettori. E Paola rispondeva con delle risposte bellissime, e firmava le risposte “Zia Marù“, ma masticava amaro per l’ingiustizia subita.
Ma le buone idee spesso non vengono sole. E Paola ebbe un’idea ancora più luminosa, che le diede ancora tante soddisfazioni: quella di chiamare i bambini italiani a collaborare per dare a tutte le scuole, anche quelle di campagna, una biblioteca di libri belli da leggere.
Fu un grande successo. E oggi tutti sanno che senza Paola il “Corriere dei piccoli” non sarebbe mai esistito e molti libri belli non avrebbero mai potuto incontrare i loro lettori.

g.v.

Le “Bibliotechine rurali”, nate da un’idea di Paola Lombroso Carrara nel 1909 da una campagna di sottoscrizione che «Zia Mariù» aveva lanciato attraverso il “Corriere dei Piccoli”, servivano di dare alle scuole di campagna libri belli da leggere e in questo modo proteggere i figli delle famiglie più povere.
L’esperimento riscosse un immediato successo e la campagna di finanziamento delle “bibliotechine” si estese rapidamente. I bambini lettori del “Corriere dei Piccoli” chiamati anche “cavalieri del libro” grazie all’impegno del loro lavoro e del loro tempo, raccoglievano soldi e opere letterarie adatte ai bambini che studiavano nelle scuole rurali e ne seguivano nel tempo i progressi diventando “patroni” delle scuole. L’iniziativa produsse legami d’amicizia tra bambini di famiglie povere e di famiglie ricche e molti insegnanti erano entusiasti.