Oltremare – Fight Club 2022

Come molti nuovi israeliani, ho un passato di frequenti, a volte eccessivamente frequenti, viaggi aerei. E molto prima di decidere di venire a vivere qui, quei viaggi erano intercontinentali lunghi dieci ore e oltre, a seconda degli scali. Sono passata abbastanza velocemente dal primo volo, credo per Roma, quando ero ragazzina, molto emozionata e interessata a tutto quel che vedevo, a voli emozionanti perché mi portavano in luoghi nuovi, all’alba dei low cost e al tramonto degli inter-rail. La vita da italiana e israeliana pre covid è stata poi, come per molti, costellata dai ritorni, anche per un lungo weekend o poco più, e solo adesso si ricomincia a volare quasi normalmente, se vogliamo chiamare normali ore e ore in un luogo già di per sé piccolo e asfittico con addosso una mascherina. E negli anni certo, mi è capitato di volare per lunghi minuti con il cuore in gola per via di turbolenze, e perfino di atterrare in un luogo ignoto da qualche parte in Scozia, credo, per via di un passeggero bisognoso di cure mediche urgenti. Ma trovarmi dentro ad una scena di “Fight Club”, quello per fortuna non mi è mai capitato.
È successo invece qualche giorno fa ai passeggeri di un aereo che dal Ben Gurion doveva partire per la Turchia, destinazione amica o nemica (ma raramente neutra) a seconda di come gira il vento, e siccome sui giornali online siamo sempre esposti alle notizie dell’ultima ora ma poi evidentemente da parte delle testate non c’è abbastanza interesse per proseguire e raccontare gli sviluppi delle storie, adesso non sappiamo cosa sia davvero successo. Un certo numero di passeggeri riceve sul cellulare immagini terrificanti di schianti di aerei della stessa compagnia con la quale stavano per levarsi in volo, uno pare sia svenuto e un altro sia entrato in crisi di panico, fermi tutti, tutti giù dall’aereo, controlli come solo al Ben Gurion sanno fare su passeggeri e bagagli, e in sole cinque ore si riparte, con arrivo sani e salvi a destinazione. Sipario. Dietro le quinte, otto o nove fermi, ma non si sa per quanto, e non si sa con quali accuse. Se è stata in effetti usata la app di Apple che permette di condividere fotografie con cellulari in un raggio di pochi metri, va detto che un aereo è un luogo perfetto dove fare esperimenti, tanto quanto un treno o un autobus, o un pub affollato, probabilmente. Possiamo dedurre che l’esperimento ha avuto successo. Resta il dubbio su quale fosse il movente di questo delitto contro le coronarie di tutti i passeggeri, equipaggio compreso. In un mondo in cui gli hacker sono le persone più pericolose ma meno visibili in circolazione, questa sembra piuttosto una goliardata finita male. Magari c’era un solo passeggero che ne voleva spaventare un altro, più per gioco che altro, ma la ricezione dei troppi Iphone a bordo gli ha rovinato lo scherzo. Bastava che si riguardasse “Fight Club” e preparasse invece un foglio con le istruzioni “vere” in caso di atterraggio di emergenza, e lo mettesse nella tasca del sedile davanti a quello del malcapitato amico. Infarto assicurato. È che la gente non ha più cultura generale, ecco. Brad Pitt e Ed Norton, 1999. Le basi, hacker da strapazzo, le basi.

Daniela Fubini