La resa di Mariupol
Nell’83° giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, sono stati evacuati i soldati che da settimane resistevano nei tunnel dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. “I feriti gravi e una parte degli irriducibili tra gli ucraini si sono arresi ai russi dopo quasi tre mesi di resistenza disperata. Ma altri per il momento sembrano non voler gettare il fucile”, racconta il Corriere della Sera. “La loro resistenza – è il messaggio a reti unificate di ministri e generali ucraini che non usano mai la parola “resa” – è servita ad alleggerire la pressione su Kiev e a bloccare l’avanzata di 20 mila invasori verso Zaporizhzhia e nella regione Donetsk, consentendo al nostro esercito di riassettarsi e ricevere le armi dell’Occidente”. Il loro destino ora è però incerto. “La Duma – scrive infatti Repubblica – è pronta a votare una legge che blocchi lo scambio di prigionieri tradendo il patto con gli ucraini”. La minaccia russa si spinge all’idea di giustiziare i combattenti ucraini.
Fermare Putin. Sulle pagine del Wall Street Journal intanto – ripreso e pubblicato oggi da La Stampa – il campione di scacchi Garry Kasparov invita l’intero Occidente a fermare Putin: “Da tempo vado affermando che Putin è un problema russo e deve essere destituito dai russi. L’Occidente, però, deve smetterla una volta per tutte di aiutarlo. Ogni telefonata che legittima la sua autorità, ogni metro cubo di gas e ogni barile di greggio importati dalla Russia è una sorta di salvagente lanciato a una dittatura che, per la prima volta, sta vacillando. Se lo scopo è salvare vite umane ucraine, come affermano i leader occidentali, allora l’unico modo per farlo è armare il più rapidamente possibile l’Ucraina con ogni arma richiesta dal presidente Volodymyr Zelensky”. Nella destra italiana intanto fanno discutere le dichiarazioni del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ha criticato – correggendo poi il tiro – Biden e Stoltenberg (“non ci sono leader, perciò Mosca non siede a un tavolo”) e l’invio di armi all’Ucraina. Per Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari Regionali, “le ambiguità pro Putin in Forza Italia sono un danno al Paese”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera, che in prima pagina ospita un editoriale di Roberto Gressi contro chi giustifica le azioni di Putin. “L’empatia verso il dittatore, per breve tempo sopita, rispunta prepotente – scrive Gressi – e sorprendentemente in Italia, vede sulla stessa barricata leader che d’abitudine agiscono gli uni contro gli altri con feroce determinazione e perfino con disprezzo”.
Raccontare il Binario 21. Il prossimo 15 giugno saranno inaugurati i nuovi spazi del Memoriale della Shoah di Milano così come la nuova sede del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Tra le iniziative per questa importante inaugurazione, la proiezione di un documentario sul famigerato Binario 21 su cui sorge il Memoriale. Da qui furono deportati centinaia di ebrei, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre, che ripercorre la sua storia per il documentario firmato dal regista Ruggero Gabbai con la collaborazione degli storici Liliana Picciotto e Marcello Pezzetti. Ne scrive oggi Repubblica, presente alle riprese del lungometraggio. “Sono vecchissima ormai, ho imparato tanto dagli studenti con cui ho parlato. – afferma Segre in uno dei passaggi del documentario – Ho capito fino in fondo la grande indifferenza, perché probabilmente a nulla è servito tutto questo che ho visto e ho raccontato tante volte. Milioni di morti sono morti invano, la guerra continua, la violenza continua, l’indifferenza continua. E in relazione al numero dei cittadini e dei turisti di questa città, il Memoriale della Shoah è conosciuto pochissimo”.
Techagriculture. Oltre 400 partecipanti, 26 startup, 80 imprese agricole più avanzate d’Italia, più di 300 scambi “business to business”: sono i numeri di “Techagriculture Meeting Italia-Israele: l’agricoltura incontra l’innovazione”, che trova molto spazio sui quotidiani oggi. All’indomani dell’evento organizzato a Napoli da ambasciata d’Israele e Confagricoltura, in collaborazione con il Comune e l’università Federico II, Repubblica sottolinea come “l’idea è di farne un appuntamento fisso, annuale, un luogo di confronto per l’agricoltura dei paesi del Mediterraneo”. Obiettivo, spiega il Mattino, è che dalla collaborazione, in primis tra Italia e Israele, si lavori su tre direttrici “sicurezza alimentare, rispetto dell’ambiente, sviluppo tecnologico”.
Milano. Solidarietà espressa da mondo ebraico, politica e società civile al presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi, che il 10 maggio scorso ha trovato sul vetro della sua auto una busta con all’interno tre proiettili. Le forze dell’ordine, riportano i quotidiani, hanno aperto un’inchiesta contro ignoti per minacce aggravate e detenzione illegale di munizioni. Repubblica Milano scrive che “non si esclude che l’intimidazione sia legata alle polemiche che hanno coinvolto nelle ultime settimane Meghnagi. In particolare per la lettera inviata di recente ai vertici di Fratelli d’Italia”. Corriere, sempre sulle pagine locali, specifica che “secondo la ricostruzione fatta dallo stesso presidente Meghnagi alla polizia, quella busta potrebbe arrivare dall’interno delle comunità”.
Alla Scala. Lahav Shani, 30 anni, direttore d’orchestra israeliano arriverà per la prima volta alla Scala il 23 maggio. E sul palco sarà sia direttore che pianista, interpretando il Concerto n. 23 di Mozart, The Unanswered Question di Ives e e la Seconda Sinfonia di Brahms. “La sinfonia con cui Toscanini – racconta il Maestro israeliano al Corriere della Sera – inaugurò il 26 dicembre del 1936 a Tel Avl’v la Filarmonica della Palestina, poi diventata Filarmonica di Israele. Un organico di migranti, in gran parte ebrei cacciati dalle varie orchestre d’Europa sotto pressione del nazismo. Ma anche americani, gli ottoni venivano dagli Usa, gli archi dall’Urss. Un’orchestra nata per salvare degli esseri umani, la storia scorre nelle sue vene”.
Daniel Reichel