Basta Asperger
Durante una recente riunione sulla didattica della Shoah un’amica studiosa mi ha fatto notare la svolta ormai in uso in ambito internazionale a proposito del Disordine dello spettro autistico (ASD) che in genere viene veicolato ancora in Italia con il nome – comunemente utilizzato anche nel mondo della comunicazione – di sindrome di Asperger. Il fatto è che lo scienziato a cui viene fatta risalire la scoperta di quel disturbo in campo pediatrico è Hans Asperger, un medico viennese considerato assai brillante che fece una lunga carriera, onorato dai colleghi e dall’intera società. Anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1980, la ricerca storica si iniziò a interessare del programma T4 ideato dal regime nazista per eliminare le persone disabili oltre che gli affetti da malattie nervose o genetiche. La purezza della razza andava preservata, e si decise così di avviare un sistematico processo di eliminazione fisica che fu, come è noto, il primo sperimentale esempio di sterminio di un’intera categoria umana messo in pratica dai nazisti. L’apertura di questo ambito di indagine fece emergere qualche anno fa notizie fondate relative alla partecipazione attiva del dottor Asperger al programma T4. In pratica, il medico geniale non si limitava a studiare con profitto le cause e gli effetti di questa particolare forma di autismo sui bambini, ma contribuiva anche alla morte dei suoi pazienti. Nel 2018 è stato pubblicato un corposo saggio storico sul tema (Edith Scheffer, I bambini di Asperger: la scoperta dell’autismo nella Vienna nazista, Marsilio). Confesso che non lo sapevo, e la mia ignoranza mi ha spinto negli anni a riferirmi a quella forma di patologia chiamandola semplicemente Asperger. Direi che sarebbe il caso di cambiare, condannando definitivamente all’oblio il nome di un medico che tradì la sua missione. Le sue piccole vittime meritano quantomeno il rispetto delle parole.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC