La Memoria e il buon uso dei social
Come affrontare la distorsione della Shoah nei social media?
Sfide e buone pratiche a confronto animeranno un incontro in programma lunedì 30 maggio alle 11 nella sede della Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Ad intervenire, dopo i saluti istituzionali da parte di esponenti di Fondazione, ministero dell’Istruzione, ambasciata tedesca in Italia, UCEI, Comunità ebraica di Roma e IHRA, saranno lo storico Amedeo Osti Guerrazzi, il rav Benedetto Carucci Viterbi preside delle scuole ebraiche romane, Daphne Zelnick ex rappresentante Ugei, Milena Santerini coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, Silvia Guetta dell’Università di Firenze e Stefania Manca, del CNR, coordinatrice del progetto “Linee guida e raccomandazioni per Memoriali e musei” che sarà presentato in questa circostanza.
Le linee guida rappresentano uno dei prodotti finali previsti all’interno del progetto “Countering Holocaust distortion on social media. Promoting a positive use of Internet social technologies for teaching and learning about the Holocaust”, risultato vincitore nell’ambito di un bando promosso dall’IHRA.
Il progetto intende fornire indicazioni per utilizzare i social media per portare le nuove generazioni alla conoscenza della Shoah e combattere le forme di distorsione che purtroppo sono sempre più diffuse. Si parte quindi dalla considerazione che ci sono ancora poche ricerche e buone pratiche su come i social media possano influenzare l’apprendimento e la comprensione informale della Shoah. Questa proposta si è concentrata sui social media come tecnologia positiva per promuovere l’empowerment degli utenti di tali strumenti per espandere la loro conoscenza e per aumentare la consapevolezza sulle molte forme di distorsione. Da questo punto di vista i musei e le istituzioni memoriali svolgono un ruolo essenziale nella salvaguardia dei pertinenti documenti storici contrastando la distorsione e coinvolgendo i loro utenti, raggiungibili attraverso i social media, non solo nella promozione delle attività e delle iniziative culturali dei musei e dei memoriali, ma anche producendo buone pratiche di adozione dei social stessi come mezzo per diffondere informazioni storiche corrette.
Le linee guida sono quindi un’indicazione su come promuovere l’uso positivo delle tecnologie sociali di Internet per l’insegnamento e l’apprendimento della Shoah. L’obiettivo del documento è quello di fornire spunti e raccomandazioni su come i musei e i memoriali possano svolgere un ruolo chiave nel salvaguardare la documentazione storica rilevante e fornire informazioni corrette. In questo senso, piuttosto che concentrarci su come i social media possano amplificare le distorsioni, l’antisemitismo e i discorsi d’odio, abbiamo adottato una prospettiva secondo cui i social media sono una tecnologia positiva che può contribuire ad ampliare la conoscenza e la Memoria, soprattutto tra le giovani generazioni.
Il team del progetto, oltre da chi scrive, è composto dai seguenti membri e istituzioni: Stefania Manca (Istituto di Tecnologie Didattiche, Consiglio Nazionale delle Ricerche; coordinatore del progetto), Martin Rehm (Istituto di Consulenza Didattica, Università di Weingarten), Susanne Haake (Dipartimento di Educazione ai Media, Università di Weingarten),Donatella Persico (Istituto di Tecnologie Didattiche, Consiglio Nazionale delle Ricerche), Davide Capperucci (Dipartimento di Scienze della Formazione, Lingue, Interculture, Letterature e Psicologia, Università di Firenze).
Silvia Guetta, Dipartimento di Scienze della Formazione, Lingue, Interculture, Letterature e Psicologia, Università di Firenze