Mussolini e i “vicini scomodi”,
una targa per la Memoria

Una targa ricorda da quest’oggi “I vicini scomodi” di Mussolini. Un segno visivo, svelato stamane sul lungomare di Riccione, in memoria della famiglia ebraica Matatia la cui villa confinava con quella del dittatore fascista e che fu prima perseguitata nei diritti con i provvedimenti antisemiti del ’38 e poi assassinata ad Auschwitz. Qui risiedevano Nissim Matatia, la moglie Matilde Hakim e i figli Beniamino, Roberto e Camelia. I “vicini scomodi”, per l’appunto, locuzione che dà il titolo al libro sulla loro storia scritto alcuni fa da Roberto Matatia.
Con la promulgazione delle leggi razziste, è stato spiegato, Nissim iniziò ad essere convocato con regolarità in questura e sottoposto a minacce di grave entità affinché vendesse la villetta. Resistette fino al novembre del ’39, quando venne espulso dall’Italia in quanto ebreo straniero e ogni suo bene fu affidato a un curatore perché fosse alienato. Così, nel giugno del 1940, la villetta rossa in cui aveva investito i suoi risparmi e le sue speranze cambiò proprietà. Nissim rientrò poi in Italia, clandestinamente, per essere vicino ai suoi cari. E con loro trovò la morte in campo di sterminio.