L’Omer del calendario civile

L’accostamento proposto su queste colonne dalla Presidente dell’Ucei Noemi Di Segni tra Shavuot e il 2 giugno è molto suggestivo e invita a cercare ulteriori parallelismi. Se possiamo confrontare la festa della Repubblica con la festa del dono della Torah (in entrambi i casi abbiamo la libera scelta di tutto un popolo, uomini e donne), e Pesach con il 25 aprile (entrambe feste della liberazione), viene voglia di prendere in considerazione anche il periodo che porta da una festa all’altra. Da una parte abbiamo le sette settimane dell’Omer, da contare giorno per giorno. Curiosamente se contiamo sette settimane dal 25 aprile arriviamo al 13 giugno, che è il giorno in cui nel 1946 il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi prendendo atto del risultato del referendum assunse le funzioni di capo provvisorio dello stato e il re Umberto II lasciò il paese, quindi la data in cui l’Italia divenne di fatto una repubblica. Coincidenza affascinante anche se, giustamente, la data ufficiale scelta per la festa è quella del voto popolare, il 2 giugno, 38 giorni dopo il 25 aprile.
Anche se nessuno prescrive di contare uno per uno quei 38 giorni possiamo notare che si tratta di un periodo particolare, ricco di impegni e scadenze, momenti decisivi e verdetti. L’ultimo mese dell’anno scolastico e la fine del campionato di calcio; è il momento i cui i nodi vengono al pettine. Il periodo dell’Omer contiene al proprio interno feste e ricorrenze, a partire dal settimo giorno di Pesach. Anche l’Omer del calendario civile (se posiamo chiamarlo così) prevede una festa importante al settimo giorno (il 1 maggio), e un’altra data molto significativa al quindicesimo giorno, il 9 maggio, contemporaneamente celebrazione della vittoria sul nazifascismo, festa dell’Europa e giornata in memoria delle vittime del terrorismo.
L’Omer ci insegna qualcosa anche su come dobbiamo vivere il nostro calendario civile. La festa della liberazione non può bastare da sola, è l’inizio di un lungo cammino che richiede da parte nostra impegno e responsabilità.

Anna Segre