Venezia ebraica, rav Sermoneta
il nuovo rabbino capo
L’inizio del prossimo anno ebraico porterà a Venezia un nuovo rabbino capo: rav Alberto Sermoneta, in carica a Bologna con la medesima funzione da 25 anni esatti. Una nuova sfida che si materializzerà alla fine dell’estate, nel periodo delle prime festività dell’anno 5783: Rosh Hashanah, Yom Kippur, Sukkot.
Rav Sermoneta, nato e formatosi a Roma, della cui Comunità è stato sia chazan che sofer, subentrerà al rav Daniel Touitou (il cui mandato è in scadenza nelle prossime settimane). “La sua è la candidatura che ci è sembrata più appropriata per una realtà come la nostra. Un rabbino di grande esperienza, che ha saputo reggere una Comunità significativa come quella bolognese con coerenza, polso fermo e autorevolezza” sottolinea Dario Calimani, il presidente degli ebrei veneziani, nel motivare le ragioni che hanno portato a questa scelta.
Una nomina avallata all’unanimità dal Consiglio comunitario e che ci si aspetta “possa aiutare a riunire le varie anime di questa Comunità, nel segno di quelle qualità umane e rabbiniche che gli sono riconosciute”.
Per Calimani rav Sermoneta è infatti “un Maestro con la m maiuscola, competente ed equilibrato; tratti distintivi chiaramente emersi nel suo lavoro a Bologna”.
“Anche a Bologna – racconta il rav – mi insediai a ridosso di un Rosh Hashanah. Credo non vi sia occasione più opportuna per intraprendere un’avventura del genere”. Una sfida che definisce “complessa e affascinante, anche alla luce della storia unica nel suo genere attraversata da questa Comunità nel corso dei secoli, del suo essere un faro di tradizione e identità a livello non solo italiano ma mondiale”. Un impegno, quello in arrivo, che si annuncia coinvolgente per più di un motivo. Tra cui, spiega il rav, per il fatto che “a Venezia abbiano operato quelli che considero i miei due più importanti Maestri: rav Elio Toaff e rav Avraham Alberto Piattelli”.
Va a chiudersi un capitolo intenso nella vita del rav Sermoneta: “Il rapporto con la Comunità di Bologna – sottolinea – è stato totalizzante, qualcosa di davvero entusiasmante e indelebile. Serberò per sempre nel mio cuore l’affetto ricevuto in queste ore, una volta che la notizia del mio prossimo incarico ha iniziato a circolare tra gli iscritti. E in particolare l’applauso e gli abbracci delle persone riunite al Tempio per Shavuot”. Un segno tra i tanti, prosegue, “dell’impegno che sento di aver profuso in questo lungo periodo di servizio: ho cercato infatti di essere al tempo stesso un rabbino, ma anche un educatore, un maestro, un punto di riferimento a 360 gradi; le testimonianze ricevute dai vertici comunitari e dagli iscritti mi hanno emozionato; e soprattutto mi hanno fatto sentire di aver svolto il mio compito nel modo che auspicavo”.