“Violenza e antisemitismo negli stadi,
serve più consapevolezza”

“La stagione calcistica italiana si chiude tra luci ed ombre. Al rinnovato entusiasmo manifestato dai tifosi, affollati numerosi sugli spalti, si accompagna purtroppo il persistere di fenomeni di violenza, di richiami nostalgici al fascismo e all’antisemitismo”.
È quanto rimarca il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia in una nota, segnalando “una irresponsabile competizione al ribasso” che caratterizzerebbe l’ambiente del pallone a vari livelli. Le dichiarazioni in merito ai ricorrenti episodi di violenza verbale si ridurrebbero infatti “a labili e reiterate sentenze: ‘è vero, alcuni dei nostri esagerano, ma gli altri? La stampa è sempre schierata’”.
Affermazioni che, a detta di Venezia, “sintetizzano lo stato delle cose: si minimizzano i fatti interni e si estremizzano quelli esterni”. L’impressione pertanto è che “si stenta a capire, o meglio ad ammettere pubblicamente, che la propagazione di civiltà nel proprio ambito è prioritaria e non sostituibile dalle considerazioni sulle colpe altrui”.
Un impegno di civiltà che vede la Fondazione protagonista anche attraverso “il coinvolgimento attivo delle scuole italiane, dei docenti, dei genitori affiancato all’apertura di canali social, non solo Facebook e Instagram ma anche Tik Tok”. Su quest’ultima piattaforma, ricorda infatti Venezia, “sono i giovanissimi a dare voce e forma al grido contro le discriminazioni e alla sensazione che a un certo punto, come diceva qualcuno, ‘il medium diventa il messaggio'”.
Essenziale, nell’ottica di un rafforzamento di questa battaglia, il ruolo delle società calcistiche. “Possono agire sia nel supporto alle attività socioculturali che in quello alle azioni punitive”, sottolinea Venezia.