Dani Dayan a Pagine Ebraiche
“Lotta all’antisemitismo,
il papa un alleato prezioso”

Per la prima volta dalla sua istituzione un presidente dello Yad Vashem è stato ricevuto, in udienza privata, da un papa. “Un evento storico” sottolinea a fine giornata Dani Dayan, confrontandosi sul significato di questo appuntamento con Pagine Ebraiche. A salutarlo, in compagnia dell’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar, c’era tra gli altri il ministro italiano dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
L’ex console generale israeliano a New York, chiamato alla guida del Memoriale di recente, si dice positivamente impressionato dal colloquio. “Chi ha a cuore temi come la tutela della Memoria e la lotta all’antisemitismo può contare su un amico in questo papa. Le sue parole al riguardo – afferma – sono state nette”. Un colloquio che Dayan definisce “cordiale e caloroso”. Non sarebbe potuta andare diversamente, aggiunge col sorriso, “perché non soltanto siamo entrambi argentini, ma anche entrambi nativi di Buenos Aires”.
Al papa Dayan ha rivolto il proprio apprezzamento per l’apertura degli archivi vaticani sull’operato di Pio XII. “Un’iniziativa – il suo pensiero – che va nella direzione di quella ricerca di giustizia fortemente auspicata dal pontefice. Bergoglio mi ha ribadito un concetto già espresso, con forza, in passato. E cioè che ‘la Chiesa ama la storia’. Aggiungendo poi che non tutti, all’interno di questa istituzione, hanno fatto la scelta giusta. C’è chi ha agito in un modo e chi invece al suo opposto. Parole che trovo importanti”.
Dayan non ha ancora avuto modo di leggere l’ultimo libro di David Kertzer, Un papa in guerra, che getta più di un’ombra su Pacelli, la Shoah, i suoi rapporti con Hitler e Mussolini. “Conto di farlo a breve. A prescindere dai contenuti, in ogni caso, ricerche come queste sono una conferma del lavoro che resta da fare. Le questioni sul tavolo sono infatti molteplici. Ma per avere un quadro ancora più esaustivo rispetto al presente serviranno ancora vari anni. Cinque, dieci, forse anche di più. Quando quel momento arriverà – annuncia – ci esprimeremo anche noi”.
Dayan è al vertice di Yad Vashem da pochi mesi appena. Un’esperienza del tutto nuova e diversa rispetto a precedenti attività. “Sento addosso ogni grammo di questa immensa responsabilità”, confida al giornale dell’ebraismo italiano. “Lo sento nei confronti delle vittime e di chi è sopravvissuto. Ogni nostro sforzo è orientate a raccogliere il maggior numero possibile di documenti e testimonianze, trasferendole anche sul digitale. Un patrimonio che dovrà resistere allo scorrere del tempo e alla scomparsa, inesorabile, di chi ha visto, vissuto e raccontato in prima persona”.
Secondo Dayan, nonostante tante insidie, l’interesse verso il tema Memoria sarebbe in crescita. “Appena pochi anni fa la Giornata internazionale della Memoria non esisteva. E neanche una realtà come l’International Holocaust Remembrance Alliance. Strumenti entrambi preziosi – riconosce – per portare avanti quella che è la nostra mission, il nostro impegno più significativo”.

a.s twitter @asmulevichmoked

(9 giugno 2022)