Il rav via da Mosca
In Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina, non si sentiva più al sicuro. In particolare dopo aver rifiutato, nonostante le pressioni, di sostenere l’aggressione pianificata dal Cremlino. E così rav Pinchas Goldschmidt, rabbino capo di Mosca, ha scelto di lasciare il Paese assieme alla moglie Dara e di rifugiarsi prima in Ungheria e poi in Israele. È stata la nuora, Avital Chizhik-Goldschmidt, a rivelarne le ragioni con un post accorato su Twitter. Una vicenda ripresa oggi da diversi quotidiani italiani. “Non mi definisco un rabbino in esilio. Sono un rabbino che non vive con la sua comunità”, le sue parole al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, riportate da Repubblica. “Ci sono tanti rabbini in esilio oggi. Mi rattrista ciò che sta accadendo. È una catastrofe”. Secondo il Corriere “più della metà della comunità ebraica ucraina, fino a 400 mila persone, è scappata in Polonia, in Romania, in Moldavia, nei Paesi baltici, in Israele, in America”. E aggiunge che anche la comunità ebraica russa pensa di emigrare.
Parigi-Roma, il legame tra gli attacchi del ’82. Dietro l’attacco compiuto al ristorante ebraico Jo Goldenderg di Parigi del 9 agosto 1982 e l’attentato alla sinagoga di Roma di tre mesi dopo (9 ottobre) potrebbe esserci lo stesso commando terroristico palestinese. Per questo una pista che era stata esclusa in passato e tornata di attualità e ora, scrive Repubblica, gli inquirenti francesi e italiani si sono incontrati per condividere le informazioni. Oltre all’utilizzo delle stesse armi, spiega il quotidiano, anche la mano potrebbe essere la stessa. In particolare quella di Abu Zayed, 63 anni, per cui la procura francese aveva spiccato un mandato d’arresto nel 2015. Ad accusarlo un pentito, che aveva offerto elementi molto precisi sull’accaduto. I magistrati d’oltralpe sono, scrive Repubblica, “convinti che le prove siano schiaccianti”. E il pentito ha collocato “Zayed anche a Roma nell’estate dell’82”. La procura italiana ora indaga anche su questa pista, dopo aver di recente riaperto un fascicolo sull’attentato di Roma attorno a cui ci sono molti punti oscuri.
Paura a Berlino. Non è ancora chiaro il movente dietro a quanto accaduto a Berlino, dove ieri un uomo di 29 anni ha investito diverse persone in pieno centro. Una donna, un’insegnante, è morta e quattordici persone sono rimaste ferite. Il responsabile dell’atto è stato arrestato. “Secondo gli inquirenti – scrive il Corriere – non sono del tutto chiari i motivi del gesto, se si cioè in presenza di un attacco terroristico o piuttosto di un atto frutto di rabbia e squilibrio psichico. L’uomo era già conosciuto alla polizia, ma non per ragioni politiche”. “È presto per speculare sulle cause”, ha detto un portavoce del ministero dell’Interno.
Il viaggio di Boldrini. “Il presidente del Consiglio Draghi andrà in visita in Israele tra pochi giorni e spero che ponga all’attenzione la condizione congelata di Gerusalemme e la continua colonizzazione della Cisgiordania”, così Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente sui diritti umani della Camera, al Manifesto dopo essere rientrata da una missione tra Tel Aviv, Gerusalemme e Cisgiordania. Nell’intervista Boldrini esprime le sue posizioni già note sulla questione, puntando il dito contro Israele.
Il modello israeliano. Su Domani si parla del ruolo delle start up per l’economia nazionale. Per incentivare la crescita di una rete in Italia ed evitare squilibri sul territorio, scrive un lettore, lo Stato dovrebbe disporre “a creazione di incubatori di start up nelle varie università statali o provando esso stesso, mediante un’apposita agenzia, a fare da incubatore e avvicinarle a possibili investitori. Quanto fatto da Israele – si legge – può fungere da modello di successo da cui prendere spunto”.
Il candidato e le “parole aberranti” su Israele. Dopo che sono emersi alcuni suoi vergognosi attacchi a Israele, compiuti in passato, il candidato sindaco del centrosinistra per Sesto San Giovanni (Milano), Michele Foggetta, ha ammesso “di aver trovato aberranti” quelle sue affermazioni. D’altra parte, segnala il Corriere Milano, ha aggiunto di aver presentato una denuncia alla polizia contro chi lo ha accusato di antisemitismo. “Sentirmi dare dell’antisemita da persone con tatuata addosso la firma di Mussolini ha del patetico”, le sue parole. Il Giornale segnala diversi interventi a destra contro Foggetta, ma anche le critiche arrivate da sinistra, tra cui quelle del parlamentare Emanuele Fiano e del consigliere comunale Daniele Nahum.
Segnalibro. Lo scrittore israeliano Itamar Orlev parla del suo romanzo d’esordio Canaglia (pubblicato in Italia da Giuntina) in un’intervista al Giornale. “Questo romanzo è nato circa trent’anni fa. Mio padre, Uri Orlev, è uno scrittore famoso in Israele, autore soprattutto di libri per bambini, ed è un sopravvissuto all’Olocausto. A un certo punto il regista Ami Drozd – racconta Orlev – andò da lui per chiedergli se potesse girare un film da uno dei suoi libri. Decisero di scrivere la sceneggiatura insieme e, così, iniziarono a raccontarsi storie a vicenda”. Da quei racconti si ispira il suo romanzo, che poi prende pieghe diverse e racconta la storia di un padre violento e di un figlio che si ritrovano nella Polonia del 1988.
Razzismo in classe. “Continuo a chiedermi il perché, vorrei parlare con loro per capire, ma è la dimostrazione che nelle scuole c’è tanto lavoro da fare”, così la scrittrice Clementine Pacmogda, interrogandosi sul vergognoso gesto di due studenti nei suoi confronti a Lucca. L’hanno avvicinata per regalarle una foto offensiva: una donna con dei genitali maschili disegnati in faccia e una svastica sul braccio. A La Stampa Pacmogda racconta il suo complicato passato in Burkina Faso, dove le veniva praticamente impedito di frequentare la scuola, l’impegno negli studi che la porterà fino a un dottorato in linguistica alla Normale di Pisa.
Daniel Reichel