Una strada centrale

Nella nostra parashà, esattamente nella parte centrale di essa, la Torà ci descrive due casi che possono verificarsi nel corso della vita di un ebreo: la sotà, ossia una donna sposata il cui marito dubita della sua fedeltà coniugale e per questo la Torà prevede una lugubre cerimonia dove, nel caso in cui essa si sia macchiata di questa trasgressione, sarebbe dovuta morire. L’altro caso è il nazir, ossia una persona che decide di astenersi dal cibarsi di alcune sostanze o bevande inebrianti, dal tagliarsi i capelli e la barba come ulteriore rigore per la sua vita; decisione che potrebbe essere definitiva o temporanea.
Nel Talmud ci si chiede il motivo per cui questi due casi estremi, uno il contrario dell’altro, siano vicini nel testo della Torà. La risposta è: “Chiunque veda la sotà nel momento della sua rovina si astiene dal bere vino”. Ossia, l’eccesso di comportamento, sia in un caso che nell’altro, sicuramente non porta a cose buone. Nella vita di un ebreo c’è bisogno di trovare una strada centrale, senza mai deviare da una parte o dall’altra.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(10 giugno 2022)