Segnalibro – Italiani ad Auschwitz

“Troppo spesso il mondo della comunicazione, e purtroppo anche della didattica, non fa alcuna distinzione fra campi di sterminio e campi di concentramento o di prigionia. La riduzione e semplificazione della macchina della deportazione e dello sterminio agevola perciò più o meno consapevolmente la creazione di simboli che poi vengono utilizzati nella nostra contemporaneità distorcendo il significato storico che quel luogo assume per tutti noi. Per opporsi a questa semplificazione che conduce alla distorsione, quando non alla negazione, la lettura del libro di Laura Fontana è di certo un buon antidoto”.
Sono le parole con cui il direttore del CDEC Gadi Luzzatto Voghera presentava in novembre, su queste pagine, l’ultimo saggio della professoressa Fontana: Gli italiani ad Auschwitz (1943-1945). Deportazioni, “Soluzione finale”, lavoro forzato. Un mosaico di vittime.
Edita dal Museo statale di Auschwitz-Birkenau, la pubblicazione è stata affrontata nel corso di una recente serata promossa dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma con interventi dell’autrice, dello storico Amedeo Osti Guerrazzi e dell’archivista Silvia Haia Antonucci. “Un libro necessario e indispensabile” l’introduzione di Stefania Buccioli della Società filosofica italiana, che ha ricordato il più che trentennale impegno della studiosa, corrispondente per l’Italia del Memoriale della Shoah di Parigi, in questo ambito di ricerca. Un libro, ha poi aggiunto nel delinearne le caratteristiche essenziali, “che ci riguarda da vicino, anche perché parla di italiani che vengono perseguitati e deportati, ma anche di italiani distratti, indifferenti e che cercano convenienze, che appoggiano sinceramente un regime che ha varato le leggi razziali e che non smettono di farlo anche dopo”. Un libro quindi ricco di prospettive e “che nella sua ricchezza ci dà una infinità di occasioni per affrontare il tema con gli studenti”. L’evento si è aperto con i saluti del presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e dell’assessore comunitario alla Memoria Massimo Finzi.