Il cinema italiano e la Shoah:
cosa è stato narrato e perché
La Shoah nel racconto del cinema italiano: cosa si è scelto di narrare, perché e in quale modo.
A gettare nuova luce “La Shoah nel cinema italiano”, una rassegna di film a cura della storica Isabella insolvibile per conto della Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Il via a un primo trittico di incontri stasera alle 20.30, alla Casina dei Vallati, con la proiezione di Hotel Meina di Carlo Lizzani e l’intervento in apertura dell’autore e critico Enrico Magrelli. Seguirà il 20 giugno la visione di un grande classico: Il giardino dei Finzi Contini, valso a Vittorio De Sica l’Oscar come miglior film straniero, con una introduzione di Steve Della Casa. Ultimo incontro, nell’ambito del festival L’isola del cinema, con Bocche inutili di Claudio Uberti.
“Solo l’inizio di un percorso ancora più ampio che proseguirà in autunno”, spiega la studiosa a Pagine Ebraiche. L’idea è infatti quella di analizzare come registi più o meno noti “abbiano raccontato i rapporti tra ebrei e non ebrei in quel periodo storico, ma anche le responsabilità dei non ebrei nella denuncia”. E soprattutto quanto, nell’approcciarsi a tali vicende, si sia scelto di far emergere gli aspetti più critici o ci sia dedicati piuttosto “alla diffusione del cliché sugli italiani brava gente”. La rosa di film da cui scegliere è ampia. “Ci saranno dei classici, ma anche film meno conosciuti”, anticipa Insolvibile. “E anche in queste prime tre serate l’intenzione è di portare sul tavolo molti temi”. Come, ad esempio, “le contestazioni che vi furono contestualmente all’uscita di Hotel Meina”. Per quanto riguarda il programma autunnale una serata dovrebbe essere dedicata a : Dov’è la libertà…?, un film del ’54 di Roberto Rossellini e con il grande Totò nel cast. “Un film – segnala la storica – che affronta in modo crudo la realtà della delazione. Poco se ne parlava al tempo in cui fu realizzato. Un’eccezione, quindi, di notevole interesse”.