“Italia-Israele, amicizia forte”

Erano sette anni che un Presidente del Consiglio italiano non si recava in Israele. Nel frattempo le leadership politiche dei due paesi sono cambiate, il mondo è stato sconvolto dalla pandemia e ora dalla guerra in Ucraina, a cui si sono aggiunte le conseguenti crisi energetica e alimentare. Da questi temi urgenti riparte dunque il Presidente Mario Draghi, sbarcato in queste ore in Israele. La sua missione ha colmato la prolungata assenza di un capo di governo italiano da Gerusalemme e si è aperta con la simbolica stretta di mano con il Presidente israeliano Isaac Herzog.
“Con l’Italia relazioni eccellenti” il commento di Herzog, che ha accolto Draghi nella sua residenza nella capitale. L’agenda del Premier prevede in queste ore una visita al Tempio italiano e poi un incontro con il ministro degli Esteri Yair Lapid. Con lui e con il Primo ministro Naftali Bennett tra i punti di confronto ci sarà la questione dell’approvvigionamento energetico. I giacimenti di gas a largo delle coste israeliane possono diventare un’opzione valida per l’Europa per rispondere all’esigenza di diminuire la dipendenza energetica dalla Russia. Ma il percorso per far arrivare questo gas è tutto da definire. Prima dell’arrivo di Draghi, la Commissione europea ha proposto un accordo per esportarlo attraverso l’Egitto. Ma sono sul tavolo c’è anche il progetto del gasdotto Eastmed così come un’opzione che coinvolge la Turchia. Il fatto in ogni caso che il tema sia prioritario è dimostrato dalla presenza, in concomitanza con il capo di governo italiano, della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Anche lei infatti sbarcherà in queste ore in Israele. Obiettivo, afferma la diplomazia europea, “far progredire le relazioni tra l’Unione e Israele, in particolare la cooperazione nel settore dell’energia”. Con i rappresentanti del governo di Gerusalemme, von der Leyen – che riceverà un dottorato honoris causa dall’Università Ben-Gurion del Negev – discuterà anche della risposta globale alla crisi alimentare e della situazione in Medio Oriente, fanno sapere dall’ambasciata Ue in Israele. Uno sforzo dunque che coincide, negli obiettivi e nelle tempistiche, con quello di Draghi.
Per Israele, la cui stampa al momento ha accolto le due visite con un certo distacco, si tratta di una doppia occasione per rafforzare ulteriormente la cooperazione con l’Europa, sviluppando nuovi progetti. Lo ha del resto auspicato il capo di Stato Sergio Mattarella, in occasione del messaggio inviato per Yom HaAtzmaut al collega Herzog. “In un contesto internazionale che l’aggressione russa all’ucraina rende gravido di incertezze, è più vivo che mai l’auspicio che i nostri paesi possano confermare e rafforzare il loro impegno costante per la pace, la stabilità e la sicurezza della comune regione euro-mediterranea”, le parole di Mattarella.
In tema di sicurezza, dalla parte israeliana è prevedibile che Lapid e Bennett – il cui sempre più instabile governo ha appena compiuto un anno di vita – portino all’attenzione di Draghi e von der Leyen la minaccia Iran. A maggior ragione tenendo conto delle ultimissime evoluzioni. Proprio in queste ore infatti il ministero degli Esteri ha invitato i propri cittadini a non recarsi in Turchia e ha chiesto a chi vi si trova di tornare immediatamente in patria. La preoccupazione, supportata da informazioni di intelligence, è che gli uomini della Forza Quds compiano attacchi terroristici contro israeliani.
A Italia e Europa dunque la leadership israeliana ricorderà la pericolosità del regime di Teheran, richiamando la necessità di restringere la sua capacità di operare. Per farlo, ogni eventuale intesa sul nucleare – che viene raccontata come sempre più improbabile – dovrà essere stringente e non aprire a nuovi canali di finanziamento per il regime.

dr