Lisetta Carmi e il racconto di Israele
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Giornata ricca di parole, idee e persone quella vissuta domenica dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato, che ha visto due eventi e centinaia di visitatori, molti dei quali stranieri, affollare la sinagoga, i musei e i locali di vicolo Salomone Olper. Nel corso della mattina si è parlato di fotografia per il finissage della mostra dedicata a Lisetta Carmi, inserita nella biennale fotografica MonFest. Un incontro che ha ribadito lo straordinario successo di questa rassegna che ha convolto l’intera città con ben 13 mostre. Maria Teresa Cerretelli, il direttore artistico, parla di 20mila visitatori e di una soddisfazione personale per la mostra di Lisetta: “Sono venuti degli israeliani e vedendo le immagini hanno detto: ‘Ecco: questa è davvero l’Israele che raccontavano i nostri genitori’. Per me questo è già un successo eccezionale”.
Daria Carmi, curatrice della mostra, sottolinea come eventi di questo tipo testimonino l’apporto della Comunità casalese nel panorama culturale nazionale: “Non ci siamo limitati a ospitare la mostra, ma abbiamo contribuito a ricostruire una parte dell’archivio di Lisetta Carmi: un ruolo importante per la Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale. Un’idea che traspare anche dal racconto di Giovan Battista Martini, curatore oltre che della mostra anche dell’archivio dedicato alla fotografa, nel quale ricorda il lavoro in collaborazione con Lisetta, oggi 98enne e ritiratasi a Cisternino in Puglia, per dare una data e una collocazione precisa agli scatti che testimoniano i due viaggi da lei compiuti in Israele tra il 1962 e il 1967. Infine ha sottolineato il contributo che queste 43 immagini raccolte alla Comunità di Casale hanno dato alla conoscenza della fotografa italiana, per la quale si apre una nuova stagione di notorietà internazionale”.
Secondo evento nel pomeriggio in sinagoga con la presentazione letteraria di Storia della Brigata Ebraica (ed Einaudi). Presente l’autore, lo storico Gianluca Fantoni, impegnato a parlarne con Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica di Milano. Il volume ricostruisce la storia dei 5mila volontari della Palestina Britannica che dopo molte insistenze riuscirono a diventare un corpo combattente autonomo nel 1944 sul fronte italiano. Un libro che ha il pregio non solo di portarci tra le battaglie sulla linea Gotica, ma di inquadrare la Brigata in un contesto molto più ampio, eppure altrettanto avvincente, comprendente anche la Seconda guerra mondiale vista dalla prospettiva dello scacchiere medio orientale. Una storia che prosegue anche oltre la Liberazione, con gli uomini della Brigata impegnati nella ricostruzione delle comunità ebraiche della penisola, cercando di riallacciare le famiglie divise dalla Shoah e le tradizioni dell’ebraismo italiano. Per arrivare fino ai giorni nostri e alle polemiche di chi non vorrebbe che la Brigata venisse ricordata nelle celebrazioni del 25 Aprile. Fantoni, del resto, racconta di essersi appassionato alla Brigata durante i suoi studi sull’influenza della politica sulla narrativa storica e Romano si inserisce nel dibattito riscostruendo le decisioni, condivise con il comitato antifascista, che portarono la bandiera della Brigata a sfilare a Milano nel 2002.
Domenica 19 giugno un nuovo doppio appuntamento attende la Comunità ebraica di Casale. Alle ore 11.30 in Sala Carmi si inaugura la mostra “Diario di un Realista” dedicata al fumettista e illustratore Israeliano Asaf Hanuka e curata da Ada Treves (in collaborazione con il festival CasaleComics e Bao Publishing). Alle ore 17.15 il primo appuntamento della rassegna “Musica nel complesso Ebraico”, curata da Giulio Castagnoli, arrivata alla decima edizione. vedrà esibirsi Dario Destefano al violoncello e Giacomo Indemini alla viola. In programma musiche di Bach, Beethoven, Hindemith, Bartók.
Alberto Angelino
(13 giugno 2022)