Da Israele a Casale Monferrato,
il tratto di un realista

Una mostra dedicata ad uno dei più grandi fumettisti israeliani – Asaf Hanuka – ha unito il complesso ebraico di Casale Monferrato alla grande kermesse di CasaleComics in pieno svolgimento in città. Nelle stesse ore è andato in scena in sinagoga anche il primo concerto della decima edizione di “Musica nel complesso ebraico”. Due appuntamenti che hanno portato l’attenzione del pubblico sull’articolato programma culturale proposto dalla Comunità ebraica di Casale.
Ad aprire la giornata, l’inaugurazione della mostra “Diario di un realista” con quaranta tavole firmate da Hanuka ed esposte in Sala Carmi. Il presidente della Comunità Elio Carmi ha introdotto l’evento spiegando il forte legame che nell’ebraismo unisce il racconto delle difficoltà di un periodo storico, anche quello complesso che stiamo vivendo, alla narrazione della realtà quotidiana. Una prima chiave di lettura per comprendere un artista dallo sguardo sempre molto intimo come Hanuka. Ad entrare nel dettaglio dei lavori dell’illustratore israeliano, la curatrice della mostra Ada Treves, presentando le aree tematiche dell’esposizione. Hanuka ha un fratello gemello Tomer, altro elemento importante della sua narrazione, lavora per il New Yorker eppure è insicuro del proprio successo, vive i social con ansia, così come si interroga a lungo sul suo ruolo di marito e padre. Ma sono soprattutto le sue riflessioni sulla sua identità a farci comprendere come “Diario di un realista” sia un documento anche estremamente utile per comprendere la società israeliana contemporanea. Del resto è nato da una richiesta del quotidiano economico israeliano Calcalist: una tavola a settimana che in Italia sono state raccolte e pubblicate da Bao Pubblishing con il titolo KO a Tel Aviv. La mostra sarà aperta fino a domenica 3 luglio.
Pomeriggio dedicato alla musica con una rassegna immancabile nella pianificazione culturale della Comunità casalese e che ha portato negli anni a scoprire le peculiarità di autori di origine ebraica o legati all’ebraismo. Il compositore Giulio Castagnoli, che l’ha ideata, la definisce “una meditazione sul suono scritto”. Per questo primo appuntamento c’erano Dario Destefano al violoncello e Giacomo Indemini alla viola ad esibirsi davanti all’aron ha-qodesh.
Il concerto si è aperto con la celeberrima “suite in sol maggiore per violoncello solo” di Bach, le cui note rimbalzano in ogni angolo della storica sala di preghiera, rotonde, perfette. Sempre per violoncello solo la Sonata op 25 di Paul Hindemith diventa quasi uno specchio della suite precedente, non per lo stile, certo, tra i due brani passano più di 200 anni, ma per l’utilizzo dello strumento capace di essere protagonista assoluto dello spazio. Il legame con la tradizione ebraica per questi due autori è di un “grado di separazione”: Bach aveva per amico Abraham Birnbaum che passò la vita a difendere la sua opera, Hindemit la moglie, per difendere la quale emigrò dalla Germania nazista agli Stati Uniti.
Indemini fa il suo ingresso in sala per eseguire tre brani della Partita III per viola sola di Bach, suscitando emozione non solo per l’esecuzione, ma anche per lo strumento: una bellissima viola del liutaio monferrino Arnaldo Morano appartenuta al compianto violista casalese Mario Patrucco.
Insieme interpretano poi il brillante “Duo degli occhiali” di Beethoven e poi i Tre canti ebraici di Giulio Castagnoli nella versione per viola e violoncello. E’ un brano intenso, per scrittura e per l’esecuzione, ma anche per la provenienza. Sergio Liberovici, etnomusicologo di fama internazionale, la cui madre era Monferrina, nel 1946 registro e trascrisse i canti rimasti nella memoria dei sopravvissuti alla Shoah che passarono per Torino. Una materiale su cui Castagnoli costruisce una struttura personale, tanto semplice quanto emozionante.
Il prossimo appuntamento con la musica in sinagoga sarà domenica 26 giugno, sempre alle 17,15 con Paolo Calcagno al violino, e Giacomo Indemini alla viola. Il programma vede musiche di J.S. Bach, F. J. Haydn, W.A. Mozart.

Alberto Angelino