“Difendiamo le libertà,
difendiamo il futuro”
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Libertà di vivere. Libertà dall’odio. Libertà di prosperare.
Sono le tre libertà evocate nell’avvio dei lavori della conferenza annuale della European Jewish Association che si è aperta in questi minuti a Budapest. Numerosi gli ospiti e leader ebraici presenti in Ungheria per parlare delle principali sfide e problematiche che investono l’ebraismo europeo. Dal contrasto all’antisemitismo nelle sue diverse varianti all’inquietudine crescente per alcune normative limitanti la libertà religiosa, dalla preservazione di un patrimonio di cultura e identità immenso alla costruzione di un futuro che faccia leva su uno sforzo ancora più forte a livello educativo.
Molto intensa la due giorni di panel e incontri, con una speciale attenzione rivolta all’Ucraina ebraica e alla sfida “di mantenere una comunità coesa durante una guerra”. Ad aprire la conferenza i saluti del rabbino Menachem Margolin, chairman della European Jewish Association; del vice primo ministro d’Ungheria Zsolt Semjen; di rav Shlomo Koves, a capo dell’associazione che rappresenta le comunità ebraiche del Paese; dell’ambasciatore israeliano a Budapest Yacov Hadas-Handelsman; del viceministro dell’Interno greco Stavros Kalafatis.
Tra i temi della prima giornata la confutazione scientifica e morale al “mito della crudeltà” associato impropriamente alla shechità, oggetto di alcuni provvedimenti legislativi che hanno suscitato allarme. È il caso della decisione della Corte costituzionale di Bruxelles che nel 2021 ha messo al bando la macellazione rituale. Nel corso della conferenza si parlerà, tra i vari argomenti, di “nuove forme di antisemitismo”, “politicizzazione della Shoah”, “sforzi europei per tutelare l’ebraismo”.
Confrontandosi con i giornalisti presenti nel corso di una conferenza stampa, il vice primo ministro Semjen ha parlato dell’Ungheria come di un “Paese dal passato sanguinoso e con delle responsabilità gravi nei confronti dei suoi cittadini ebrei: soprattutto quella di non averli difesi”.
Semjen ha descritto oggi un quadro promettente “in cui la vita ebraica è tutelata in ogni sua manifestazione”, enfatizzando anche “il forte rapporto che ci lega a Israele, anche sul piano di una cooperazione economica che ha preso la forma anche di un numero importante di joint venture”.
Semjen si è anche soffermato sul conflitto in Ucraina, sostenendo che Budapest “difenderà sempre il diritto alla sovranità dell’Ucraina”, e definendo la pretesa “denazificazione” del Paese una “formula retorica inaccettabile”. Per quanto, il suo pensiero, “vi siano ancora gruppi che si richiamano a quell’ideologia attivi in Ucraina; anche se ciò non cambia il fatto che quella russa sia una aggressione non tollerabile”.