Kiev, un nuovo attacco

All’alba di ieri i missili russi sono tornati a colpire e uccidere anche a Kiev.
“Il primo è esploso nel campo giochi di un asilo, a quell’ora ovviamente chiuso. Gran cratere di 7 metri tra lo scivolo e l’altalena, molti vetri infranti, qualche garage di lamiera spazzato via, automobili distrutte, ma per fortuna nessun ferito”, riporta tra gli altri il Corriere. Era dal 5 giugno, si ricorda, “che Kiev non subiva più un bombardamento”. In una intervista Mykhailo Podolyak, rappresentante di Zelensky al tavolo negoziale, ribadisce la posizione del governo ucraino: “Se Putin non pagherà per questa invasione, il prossimo attacco sarà ancora più massiccio. La Russia andrà avanti a riprendere alcuni territori che reputa suoi. Continuerà a bombardare città, ricattare, sfruttare la sua propaganda in Europa per creare una spaccatura. Questa guerra non è per un Paese o un pezzetto di territorio, è una guerra per i principi internazionali e democratici”.

Una “Nato del Medio Oriente” è il progetto che potrebbe vedere vari Stati, tra cui Israele, stringere rapporti ancora più intensi all’insegna di comuni sfide e obiettivi. Scrive al riguardo Repubblica che i colloqui organizzati dagli Usa a Sharm el Sheikh nel marzo scorso, mettendo i principali Paesi arabi allo stesso tavolo con Israele per discutere la proposta di una difesa comune dalla minaccia iraniana, sono “una novità senza precedenti che potrebbe preparare il terreno per una svolta storica”. A partire dalla visita che il presidente Biden farà a metà luglio, “con lo scopo non dichiarato di convincere l’Arabia Saudita ad entrare negli Accordi di Abramo, cambiando così il volto del Medio Oriente come lo conosciamo dalla fondazione dello Stato ebraico”.

Elena Loewenthal, sulla Stampa, porta una prospettiva ebraica sul tema dell’aborto. Per l’ebraismo, scrive, “l’aborto volontario è vietato in nome del principio primo che salvaguarda la vita come valore fondamentale; se non che, in nome di questo stesso principio, per l’ebraismo la vita della madre viene sempre prima di quella del feto, che acquisisce uno status umano completo solo attraversando il canale di parto”. Per Lowenthal “ne consegue inevitabilmente un approccio etico e talora pratico diverso da quello della fede cristiana dominante”.

Repubblica racconta la storia di due fratelli, Augusto e Gianfranco Iacobacci, che la seconda guerra mondiale vide in armi su fronti contrapposti. Il primo che combatté con i criminali fascisti della Decima Mas. Il secondo che, pur cattolico, agì come ufficiale all’interno della Brigata Ebraica. Nemici loro malgrado, si legge, “si rivedranno solo a guerra finita”.

Il Sole 24 Ore parla del Museo ebraico di Bologna. Suo perno è la sezione permanente, incentrata sul tema dell’identità ebraica, che “percorre per punti essenziali le vicende storiche del popolo ebraico nell’arco di quasi 4000 anni, nel corso dei quali ogni generazione ha mantenuto forti vincoli con le precedenti, stabilendo così una continuità tra storia antica, medievale, moderna, fino all’ebraismo contemporaneo”.

Il Corriere, nelle sue pagine culturali, presenta “The Escape Artist” di Jonathan Freedland. II saggio racconta la vicenda drammatica e avventurosa di Rudolf Vrba, che riuscì a fuggire da Auschwitz e il cui rapporto sulla Shoah non fu preso troppo in considerazione da chi avrebbe potuto intervenire.

Al via stasera la quindicesima edizione del Pitigliani Kolno’a Festival. Una panoramica sui vari appuntamenti su Messaggero e Corriere Roma.

Tre giornate di convegno promosse dall’Università di Pisa affronteranno, a partire da domani, il tema dell’ebreo errante (Corriere).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(27 giugno 2022)